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Vigili del Fuoco del NIA ad Andrista

Secondo sopralluogo in pochi giorni da parte dei superspecialisti dei Vigili del fuco del Nucleo investigativo antincendio nazionale e territoriale ad Andrista di Cevo nella casa distrutta dall’incendio nella notte tra mercoledì 28 e giovedì 29 novembre dove ha perso la vita Luigi Colledan di 52 anni. Al termine, gli uomini del NIA e del NIAT hanno partecipato ad un briefing nella Caserma dei carabinieri di Cevo, ai quali spetta il compito di raccogliere tutti gli elementi dell’indagine.

Si stanno a poco a poco sciogliendo i dubbi degli inquirenti sulle cause e le modalità dell’incendio che nella notte tra mercoledì 28 e giovedì 29 novembre dove è stato trovato carbonizzato Luigi Colledan, 52enne proveniente dal milanese, che 6 anni fa si era stabilito a vivere in via 4 novembre ad Andrista di Cevo, in una casetta a piano strada con un primo piano, di proprietà della sua convivente, di 14 anni più anziana di lui, e di un’altra famiglia originaria del posto che la usava per i periodi di vacanza. A 48 ore dal primo sopralluogo, questo venerdì sono di nuovo tornati sul posto gli uomini del Nucleo investigativo antincendio nazionale e territoriale (NIA e NIAT in sigla) dei Vigili del Fuoco di Brescia e Milano per raccogliere altre possibili evidenze scientifiche e dare così una risposta definitiva all’interrogativo degli inquirenti: chi ha appiccato il fuoco all’abitazione? Colledan o altra mano? L’incendio è partito da uno o più focolai? Nella seconda ipotesi, la porta sbarrata dall’interno dimostrerebbe una chiara volontà di chiudere drammaticamente l’esistenza da parte di Colledan. Anche nella giornata odierna, i vicini di casa a mezza voce hanno riferito che tra Colledan e la sua convivente le cose, da tempo, non andavano bene; lui era spesso molto duro con lei; qualcuno riferisce che fosse anche violento e manesco, come accaduto negli ultimi tempi quando la donna, seguita ormai dai servizi sociali, dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell’Ospedale di Esine, era stata posta in una struttura protetta lontano dal pericolo rappresentato dal suo convivente. L’incendio della casa sarebbe quindi stato ujn gesto estremo di vendetta contro la convivente che era stata allontanata, o forse un tentativo di richiamare l’attenzione. Il resto è cronaca: dopo il nulla osta del magistrato, quello che restava di Colledan è stato cremato e le sue ceneri sono state sepolte a Milano. La donna attualmente è ancora nella struttura protetta, al riparo da sguardi, interrogativi e inutili curiosità. Ma gli inquirenti vogliono scoprire fino in fondo la verità con i suoi contorni: il lavoro degli specialisti del NIA e NIAT ha questo preciso scopo. Ad Andrista hanno avuto il supporto prezioso dei colleghi dei distaccamenti di Edolo e di Breno, mentre nella caserma di Cevo hanno sentito alcuni testimoni a conoscenza dei fatti e, pare, anche degli antefatti.

 

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