Milena ogni giorno va nel suo laboratorio con vista Concarena e si mette al lavoro, con due Papi giganti che le fanno compagnia. Scolpisce, lucida, contempla, modifica e ricomincia da capo.
Con una frizzantezza e una radiosità contagiosa, Milena racconta di come, fin da piccola, le piacesse creare e manipolare. C’è chi si ferma al pongo, e chi va avanti. Frequenta l’Accademia Santa Giulia a Brescia, dove si specializza in arti visive. Poi parte, ritorna e riparte ancora. Prima in Polonia e poi in Germania, per due progetti che alla fine non si rivelano adatti a lei. Ci vuole un po’, prima di trovarsi.
Ci vuole ancora di più per trovare il luogo in cui poter lavorare, perché la pietra non è una tela che puoi dipingere nella stanza accanto. Zaino in spalla, sogni in tasca, Milena cerca il proprio posto a lungo, finché non approda a Braone. Finalmente può liberare tutta la sua creatività e dare morbidezza anche a ciò che è statico. Per Milena la scultura non è solo una passione o un lavoro: è una necessità, una continua ricerca di qualcosa di nuovo. Ogni volta si figura davanti agli occhi i propri limiti e cerca di superarli, a colpi di scalpellino. Ha smesso di porsi il problema del tempo, perché quando si crea qualcosa non si deve avere fretta di vedere il prodotto finito. Non tutti i giorni sono uguali e si deve avere la pazienza di sedersi e crescere insieme alla propria scultura. E quando poi è finita, quando parte e va per la sua strada, Milena sorride, contenta di non averla più sotto gli occhi. Non che non si affezioni, ma ha capito che le cose, la materia, anche quella che plasma ogni giorno, racchiudono qualcosa di ben più importante del materiale stesso. Le lascia andare, trattenendo a sé il processo creativo, la crescita, le emozioni.
Quello con Alessandro è un incontro fortunato, in cui musica e arte si fondono e la voglia di fare, proporre e creare aumenta. Spesso collaborano, e quando non lo fanno si supportano e vanno alla ricerca di libri Iperborea nei mercatini o fanno lunghe passeggiate nel bosco.
Milena non si è solo dedicata all’arte, per quattro anni è stata anche insegnante di sostegno, prima alle superiori e poi alle medie. Le piaceva e probabilmente ci sapeva anche fare, perché con le persone non se la cava assolutamente male. Però, l’insegnamento le toglieva la voglia di scolpire, oltre che il tempo per farlo. E allora certe volte nella vita devi scegliere: o segui i tuoi sogni, o li metti da parte, li releghi in un cassetto a fare polvere. Le parole di Milena sono dei piccoli fuochi d’artificio, delle scintille che si stagliano sul muro e riempiono di vitalità tutta la stanza. Ha scelto l’arte, e ha scelto se stessa.
Maria Ducoli