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Ritratti di donne normali straordinarie: Claudia Comella

Una mano sulla pancia, gli occhi che sorridono, Claudia racconta di passioni, crisi e salti nel vuoto. Una sicurezza che fa da guscio al timore di non essere all’altezza, messo a tacere dalla perseveranza. Claudia si commuove, sembra non fermarsi più. Sarà la gravidanza, sarà che raccontarsi non è per niente facile. Essere se stessi ancora meno.

Claudia è una bambina creativa, cresciuta a Lego e matite colorate. Alle medie, però, la sua insegnante le consiglia di cambiare strada: l’arte non fa per lei. Ma Claudia non è una che molla e si iscrive prima al liceo artistico e poi ad architettura, al Politecnico. Cambia idee, prospettive, ambizioni, ma la perseveranza resta sempre immutata. Con una laurea in mano, potrebbe scegliere di partire verso paesi in cui il suo lavoro ha un’altra considerazione. Ma la vera sfida è restare, e Claudia resta. Nel 2008 partecipa ad un workshop a Capo di Ponte, dove conosce quella che sarebbe diventata l’altra anima di Voilà, Elisa.

Nel frattempo, collabora con alcuni studi di architettura. Ma la crisi edilizia arriva prepotentemente e svuota le scrivanie dai progetti, dai disegni delle costruzioni che nessuno vuole – e può – più avviare. Mentre gli studi tagliano, il Distretto Culturale e Fondazione Cariplo finanziano un progetto pilota della durata di tre anni. Claudia decide di mandare la propria candidatura, a volte si deve avere anche il coraggio di reinventarsi. Viene presa e inizia una delle esperienze più formative di sempre. Progettazione, ricerca fondi, monitoraggio dei progetti e chi ne ha più ne metta: quei tre anni al Distretto sono frizzanti e costruttivi, si passa da una cosa all’altra e si deve stare al passo, informarsi, imparare, crescere.

Sul finire dell’esperienza a Breno, Claudia frequenta un corso serale di autoimprenditoria. Una sera di novembre in cui l’inverno inizia ad insinuarsi tra una folata di vento e l’altra, Claudia, Elisa e Stefania si siedono allo stesso tavolo per fare un esercizio di business plan. Arriva il freddo, Natale, il termine del progetto al Distretto. Ad ogni fine ci si pone il problema del nuovo inizio e Claudia – ma anche Elisa e Stefania – si trovano davanti ad un bivio: tornare ognuna al proprio lavoro o unire competenze diverse e il bagaglio del Distretto e fare qualcosa insieme, costruirsi il loro stesso futuro. Anno nuovo, vita nuova: a gennaio l’esercizio si trasforma nel business plan di Cooperativa Voilà. E tutto ha inizio.

Lo scorrere del tempo porta a vari cambiamenti, c’è chi viene e chi va, progetti che hanno successo e nuove passioni. Claudia inizia ad interessarsi anche al mondo dell’architettura accessibile, ed entra nell’Associazione Design for All, di cui è tesoriera. Vorrebbe un mondo con meno barriere, sia architettoniche che mentali, meno gradini e pregiudizi. Un mondo che sia per tutti, ognuno con le proprie difficoltà e caratteristiche. Perché la perfezione non esiste, anche se lei cerca di rincorrerla sempre. Claudia non sa cosa farà domani, si è abituata al non sapere e le piace che sia così. È una vita incerta e il giorno dopo te lo costruisci, lo inventi, lo crei. Ci vuole caparbietà per non mollare, per andare avanti nonostante tutte le difficoltà. E anche un sorso di coraggio per accettare tutto quello che arriva, per amarlo incondizionatamente fin dall’inizio, quando ancora ci si chiede se si sarà all’altezza.

                                     Maria Ducoli

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