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E’ Marco Castiglioni di 59 anni, la guida alpina comasca che ha perso la vita mentre conduceva il gruppo di alpinisti intrappolati dal gelo sulle Alpi Svizzere nella giornata di domenica 29 aprile: con lui altre 3 vittime accertate, mentre altri 5 alpinisti sono in gravi condizioni negli ospedali svizzeri.

La conferma è giunta a Como, dove vivono i suoi tre figli. Castiglioni, nato a Como, da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un’agenzia che organizzava escursioni in montagna. Nella disgraziata spedizione alpinistica guidata da Castiglioni sono 4 le persone decedute a causa dell’ipotermia, altre 5 sono in gravi condizioni. Due comitive di 10 e 4 persone di varie nazionalità, tra cui italiani, tedeschi e francesi, sono cadute nella trappola di una violenta tempesta in alta quota, scatenatasi nella giornata di sabato 29 aprile e ampiamente preannunciata e e prevista dai bollettini meteo. Gli escursionisti si trovavano nella zona della Pigna d’Arolla, a oltre 3.000 metri lungo il percorso della Haute Route, un itinerario scialpinistico molto frequentato che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Gli escursionisti erano attesi domenica sera. 29 aprile, per trascorrere la notte al rifugio Des Vignettes, ma non ci sono mai arrivate. A questo punto sorge un interrogativo drammatico me legittimo: come potevano gli “esperti” del settore sottovalutare le previsioni meteo?