La varicella è una malattia esantematica altamente contagiosa provocata da un herpes virus chiamato varicella-zoster. E’ sicuramente la più diffusa delle malattie esantematiche virali, tanto che tutti gli anni si manifestano focolai epidemici, soprattutto nelle scuole e negli asili, da dove poi possono partire dei contagi anche nei confronti dei pochi adulti che non si sono ammalati in età pediatrica.
Ha un periodo di incubazione variabile da 10 a 21 giorni. È contagiosa a partire dalle 48 h precedenti la comparsa delle prime lesioni cutanee, fino a che le lesioni comparse per ultime non abbiano formato la crosta.
La malattia, di solito, si risolve in 7-10 giorni ma può avere un decorso più aggressivo in adolescenti e adulti, soprattutto se il sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) è indebolito. Se contratta nel primo trimestre di gravidanza può causare problemi al feto.
I sintomi sono rappresentati da cefalea, febbre solitamente moderata e inappetenza, ma il sintomo più caratteristico è rappresentato dalla comparsa di un esantema cutaneo. Nei primi 3-4 giorni si presenta sotto forma di piccole bollicine rosa (papule), molto pruriginose, che compaiono su testa, tronco, viso e arti (stadio 1). Successivamente si trasformano in piccole vescicole ripiene di liquido (stadio 2), poi si riempiono di pus (pustole) e infine diventano croste granulari (stadio 3) che impiegano diversi giorni a guarire e sono destinate a cadere.
Le lesioni possono interessare anche la mucosa orale e meno frequentemente quella congiuntivale.
Solitamente le vescicole che compaiono sulla pelle sono numerose (250-500), si sviluppano ad ondate successive e possono rimanere per diversi giorni. A causa del loro andamento è possibile osservare contemporaneamente tutti e 3 gli stadi. La complicanza più frequente della varicella è la sovra infezione delle lesioni cutanee conseguente al grattamento. La complicanza più temibile è la polmonite varicellosa che è più frequente nell’adulto. Una complicanza piuttosto frequente della varicella è l’herpes zoster o fuoco di S. Antonio. Può insorgere anni o addirittura decenni dopo la guarigione della varicella. Il virus, anche dopo la guarigione, non viene eliminato e rimane per tutta la vita latente nei gangli nervosi. In seguito a stress psicofisico o all’insorgenza di altre malattie, il virus si riattiva e provoca la comparsa di vescicole a grappolo lungo il decorso di un nervo. Le vescicole si accompagnano solitamente a bruciore ( ecco perchè si chiama fuoco di S. Antonio, perché brucia) e dolore che può persistere per parecchi giorni o addirittura mesi dopo la scomparsa delle vescicole (nevralgia post erpetica).
Di solito la terapia della varicella è solo sintomatica e consiste nella somministrazione per via orale di anti istaminici per lenire il prurito e quindi prevenire le sovra infezioni da grattamento. Evitare invece il talco mentolato che da un sollievo temporaneo e può invece favorire la sovra infezione, in seguito alla introduzione di particelle di talco nelle vescicole rotte. Anche la febbre richiede un trattamento se elevata. A questo scopo non va mai utilizzata l’aspirina che può causare la sindrome di Reye con grave interessamento di fegato e cervello.
Nei pazienti con sistema immunitario carente o nei casi particolarmente aggressivi può essere necessaria la terapia anti virale con aciclovir che nel caso della varicella va somministrato 4 volte al giorno. La varicella è la malattia esantematica virale più diffusa perchè viene poco praticato il vaccino.
Il vaccino anti varicella è costituito da virus vivi ma inoffensivi, in grado cioè di stimolare le difese dell’organismo ma non di procurare la malattia.
Il vaccino anti varicella è raccomandato nei nuovi nati. Si somministra per via sottocutanea e nei bambini che non hanno avuto la malattia sono previste due dosi: la prima tra i 12 e i 15 mesi di età, la seconda dose intorno ai 5-6 anni.
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