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le diete dimagranti

Le diete dimagranti

Le diete dimagranti sono ovviamente riservate a persone obese o in sovrappeso. Per stabilire il sovrappeso e l’obesità bisogna far riferimento non solo al peso corporeo ma ad un dato chiamato BMI (Body Mass Index) o in italiano IMC (Indice di Massa Corporea). Si ottiene con una semplice divisione: PESO/ QUADRATO DELL’ALTEZZA (in metri).
Il BMI o IMC è normale se compreso tra 18 e 25, viene definito sovrappeso una condizione in cui il BMI è > di 25, si parla invece di obesità quando il BMI è > di 30.
Il fabbisogno calorico giornaliero (FCG) rappresenta la quantità di calorie che quotidianamente un soggetto deve assumere per far fronte sia alle “funzioni metaboliche basali” (dette anche metabolismo basale) sia alle attività fisiche (muoversi, salire le scale, giocare a tennis etc). Se vogliamo perdere peso è quindi ovvio che le calorie introdotte devono essere inferiori al fabbisogno calorico giornaliero. Attenzione però a non seguire diete monotematiche, di privazione o eccessivamente ipocaloriche, se vogliamo quindi perdere peso in modo fisiologico non affidiamoci al fai da te ma a persone competenti (nutrizionista, dietista, dietologo). Chiunque abbia seguito una dieta si sarà sicuramente reso conto come sia relativamente facile perdere peso all’inizio della dieta, successivamente il peso si stabilizza e anche continuando la stessa dieta non si perde ulteriormente peso. Questo sembra dovuto al fatto che l’ipotalamo, una delle parti più ancestrali del nostro cervello, è in grado di percepire degli stimoli di carenza calorica, come se il soggetto si trovasse in un periodo di carestia. Quindi l’ipotalamo si adegua e tramite la sua connessione con l’ipofisi tramite un sistema chiamato asse ipotalamo-ipofisario mette in atto dei meccanismi di difesa, che consistono in un freno inibitorio nei confronti dell’ipofisi. L’ipofisi è una piccola ghiandola situata alla base dell’encefalo che può essere considerata come una specie di centralina che regola il funzionamento di molte ghiandole endocrine e soprattutto della tiroide. L’ipofisi quindi esercita a sua volta un freno inibitorio nei confronti della tiroide, riducendo quindi il metabolismo basale, cioè il dispendio energetico di un organismo in condizioni di riposo. Il calo di peso corporeo si ottiene più facilmente e in modo più fisiologico se alla riduzione delle calorie introdotte, si associa anche un aumento delle calorie spese,mediante una corretta e costante attività fisica, che evita anche di perdere tessuto muscolare,cioè massa magra durante la dieta. Le diete fai da te ripetute espongono al rischio del, dannoso per l’organismo, effetto Yo Yo o effetto fisarmonica, noto anche come ciclicità del peso, che consiste in una perdita e riacquisto ciclico di peso corporeo, conseguente a diete ipocaloriche abbandonate e poi riprese. Lo scopo delle diete dimagranti è quello di far perdere peso con riduzione prevalente della massa grassa cioè del tessuto adiposo. Esistono 2 tipi di tessuto adiposo: il tessuto adiposo bianco e il tessuto adiposo bruno. Il tessuto adiposo bianco, oltre a essere coinvolto nel deposito e nella mobilizzazione dell’energia sotto forma di trigliceridi viene oggi considerato una vera e propria sorgente di ormoni, tra cui la leptina che agisce sui vari recettori localizzati nell’ipotalamo per diminuire la sensazione di fame. (ormone anoressizzante). Il grasso bruno è ben rappresentato nei neonati di molte specie (nella specie umana soprattutto a livello della nuca del collo e delle scapole). Negli adulti è abbondante invece quasi esclusivamente nelle specie che vanno in letargo, mentre negli adulti di altre specie, compresa quella umana, esso è scarsamente presente. La sua funzione principale è quella della termogenesi,cioè la produzione di calore tramite dispendio di calorie.

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