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La legge salva borghi strategica per il patrimonio enogastronomico «Made in Bergamo»

Alcuni piccoli comuni si identificano proprio con specialità tipiche del territorio bergamasco: dal Taleggio al Branzi dal melone di Calvenzano alla patata di Rovetta. Realtà che caratterizzano in modo fortemente identitario  le nostre montagne, le nostre colline e la nostra pianura.

Sono 167 i comuni bergamaschi con meno di 5.000 abitanti interessati dalla storica legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni approvata  all’unanimità alla Camera nei giorni scorsi (il 69% del totale dei comuni bergamaschi). Lo evidenzia Coldiretti Bergamo nel sottolineare che si tratta di un provvedimento che assume un’importanza strategica anche nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio enogastronomico, naturale, paesaggistico ma anche culturale e artistico “Made in Bergamo”.

“Nei territori di questi piccoli comuni – spiega Coldiretti Bergamo – si producono molte delle nostre eccellenze agroalimentari grazie al lavoro di circa 2.500 imprese agricole che sono anche impegnate quotidianamente  nella salvaguardia delle colture agricole tradizionali, nel mantenimento delle tipicità alimentari, nella tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi, un’azione basilare per il mantenimento dell’ambiente e per la cura del paesaggio, un elemento fondamentale per il nostro turismo ”.

Realtà che caratterizzano in modo fortemente identitario  le nostre montagne, le nostre colline e la nostra pianura. Basti pensare agli allevamenti che sono un punto di riferimento per la produzione dei nostri formaggi DOP o tradizionali oltre che di molti salumi oppure alle vigne che danno origine a vini rinomati o agli uliveti dove si producono oli pregiati.

Alcuni piccoli comuni si identificano proprio con specialità tipiche del territorio bergamasco: dal Taleggio al Branzi dal melone di Calvenzano alla patata di Rovetta. “Per ridare slancio a queste aree – sottolinea Coldiretti Bergamo – è necessario promuovere un modello di sviluppo sostenibile, recuperando ritardi infrastrutturali e intervenendo nell’offerta dei servizi in generale in modo da valorizzare una straordinaria risorsa, che può diventare la forza sociale ed economica di una nuova fase di sviluppo”.

 


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