Il campo dei disinfettanti cutanei è molto vasto e spesso viene fatta confusione tra disinfettante e antisettico.
Il disinfettante è una sostanza che si utilizza sulla cute integra, in linea di massima prima di particolari procedure quali, per esempio, iniezioni intramuscolari o endovenose. Vista la sua tossicità sui tessuti feriti, è assolutamente da evitare l’applicazione su lesioni della pelle e delle mucose (bocca, vagina, glande). Molte volte i disinfettanti (primo fra tutti l’alcol etilico a 90°, quello rosa che si tiene in casa) sono utilizzati direttamente sulle ferite, arrecando un bruciore ed un dolore insopportabile al malcapitato. Gli antisettici invece si possono utilizzare su tessuti lesionati o sulle mucose. In genere, si utilizzano soluzioni acquose e mai alcoliche.
Uno dei disinfettanti più utilizzati è l’alcol denaturato che può essere utilizzato sulla cute integra ma anche su superfici lavabili. La denaturazione consiste nell’aggiunta all’alcol etilico di sostanze che lo rendono imbevibile e di un colorante rosa per distinguerlo dall’alcol etilico bevibile. Costa molto di meno perché non è soggetto a tassazione. Attualmente vien comunque molto più utilizzato per la pulizia di superfici lavabili. Altro disinfettante e antisettico di comune utilizzo è l’acqua ossigenata, il cui nome più corretto è perossido di idrogeno. La sua formula è H2O2 può essere usata per la disinfezione di cute integra ma anche per le mucose. Per esempio, se diluita, può essere usata come collutorio, soprattutto in presenza di afte. In questo caso è consigliato sciogliere un cucchiaio di acqua ossigenata al 3% (10 volumi) in mezzo bicchiere di acqua. Quando si versa l’acqua ossigenata su una ferita o su una piaga, si forma una schiuma biancastra; questo fenomeno è dovuto ad una reazione chimica innescata dalla catalasi, enzima presente in tutte le cellule, che scinde l’acqua ossigenata in acqua e ossigeno che liberandosi forma le bollicine. Questa reazione è la responsabile della disinfezione della ferita e della rimozione dei germi, allo stesso tempo però può avere anche un effetto citolitico dannoso per le cellule. Per questo motivo, per la detersione e la disinfezione di ulcere da stasi venosa o da decubito, è meglio utilizzare la soluzione fisiologica. Si tratta di una soluzione di cloruro di sodio (NaCl, sale da tavola) alla concentrazione dello 0.9% in acqua purificata sterile. Si trova in commercio sotto forma di flaconi da 100 o 500 cc, che vengono utilizzati anche per infusione endovenosa, oppure in forma di flaconcini monodose da 5 ml che possono essere utilizzati anche per la detersione delle cavità nasali o per l’aerosol terapia. Molto utilizzata, come disinfettante, soprattutto in questi periodi, tanto che è divenuta introvabile, è l’amuchina. Si tratta di una soluzione disinfettante e antisettica che è costituita da ipoclorito di sodio (il comune cloro o candeggina) in concentrazione dell’1%. Può essere utilizzata per la disinfezione di cute integra, e come antisettico per la pulizia di ferite ed ulcerazioni. Un altro utilizzo consiste nella pulizia e disinfezione di frutta e verdura. In questo caso si deve ottenere una soluzione al 2% (20 ml di amuchina in 1 litro di acqua) nella quale si immerge la frutta o verdura per 15 minuti. Oltre alla soluzione è presente una formulazione in gel, molto pratica per il lavaggio e la disinfezione delle mani che non richiede risciacquo. Uno specifico antisettico molto utilizzato è il betadine. E’ una soluzione a base di iodopovidone (10% ) che è indicata per la disinfezione della cute lesa, anche se spesso viene utilizzata per la disinfezione della pelle integra, prima di interventi chirurgici o prima di altre procedure come le infiltrazioni intra articolari. Non può essere invece utilizzato per la disinfezione di superfici lavabili in quanto è di un intenso colore marron che lascia macchie difficilmente lavabili.
Gravedona: presentazione dell’offerta oncologica e radioterapica
Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario