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Cavalcata mediatica del PD su Brembo Ski «Sulla scia dell’inchiesta penale per chiari fini elettorali»


Il presidente della Comunità Montana Valle Brembana risponde all’interrogazione del sindaco di Dossena Fabio Bonzi. In discussione c’è il caso del fallimento della Brembo Super Ski di Foppolo, in cui Alberto Mazzoleni ha ricoperto per due mandati consecutivi l’incarico di membro di collegio sindacale (organo di controllo e non di gestione) fino al febbraio del 2013. Nell’interrogazione si chiede proprio quali fossero i legami tra la società che gestiva gli impianti in alta Valle e il presidente della Comunità Montana, libero professionista ed iscritto all’Albo dei Dottori commercialisti di Bergamo dal 1993. «Tutto correttamente trasparente e nelle regole. Informazioni di pubblico dominio e già ampiamente riportate nei mesi scorsi da televisione e stampa locale, evincibili -sottolinea Alberto Mazzoleni-, da una semplice visura storica».

Dai registri camerali si legge facilmente anche che all’ingresso di Mazzoleni come membro del collegio sindacale la società vantava un patrimonio all’attivo di circa 287 mila euro, alla cessazione il patrimonio netto era di oltre 10 milioni (per semplificare, questa cifra rappresenta la differenza tra attivo e passivo nella sezione patrimoniale del bilancio). Con lo stesso semplice metodo sarebbero verificabili le consistenze del Patrimonio netto negli esercizi successivi, Mazzoleni inoltre ha più volte sottolineato di «non aver mai ricoperto incarichi di consulenza» per i Comuni di Foppolo, Valleve, Carona.

«Ombre sull’operato», sono quelle che nel documento vengono associate alla presenza di Mazzoleni in Brembo Ski e per la quale si chiedeva di delegare terze parti per seguire l’intera vicenda «con l’obiettivo di favorire un’assoluta trasparenza d’azione». «Il mio unico scopo era quello di cercare di fare chiarezza – controbatte Fabio Bonzi, sindaco di Dossena e firmatario dell’interrogazione-; ritengo di aver operato nell’assoluto rispetto del mio mandato e questo continuerò a fare nel rispetto delle regole. Se l’invito ad abbassare i toni da parte del presidente nell’interesse di tutti significa non parlare e passare sotto silenzio situazioni e decisioni importanti che riguardano l’intera Valle non mi trova e non mi troverà d’accordo», ha poi sottolineato.

Ma per il presidente Mazzoleni quella del sindaco di Dossena è solo una palese «cavalcata mediatica» sull’onda dell’inchiesta giudiziaria in corso. «Una vicenda – precisa il presidente-, che non sto seguendo autonomamente; tutte le scelte amministrative -non di competenza dell’Assemblea- vengono condivise con gli Assessorati competenti della Giunta. Il Turismo  in questo momento è ben seguito dal vicepresidente». «Risulta sgradevole che in assenza di argomentazioni politiche si tenda a gettare discredito sulle Istituzioni, con attacchi mediatici personali, finalizzati all’ottenimento di visibilità o, magari, di rivalse personali, nascondendosi dietro a un finto buonismo – incalza Mazzoleni-. Il sostegno manifestatomi da parte della maggioranza dei sindaci non è tanto per i termini dell’interrogazione, ma per l’aver anteposto i media al confronto formale con evidenti insinuazioni indagatorie e denigratorie dell’attività professionale del sottoscritto, ed alludendo ad un comportamento connivente, non si sa con cosa e con chi, o comunque irresponsabile e superficiale da parte della maggioranza».

A sostegno di Mazzoleni c’è infatti la lettera a prima firma del Capogruppo Fabio Bordogna, sindaco di Cassiglio, e sottoscritta dagli altri 19 sindaci. Il documento -si legge-, diramato per esprimere «massima solidarietà», chiede anche coerenza con quanto affermato dallo stesso sindaco di Dossena, e cioè: «di ritrovare quel senso di unità per costruire occupazione e ricchezza», e al contempo di «non fare sciacallaggio».

Ma la condizione si trascina da mesi. Già dai tempi della ripartizione dei fondi BIM (anticipo sul quinquennio 2016/2020), parte dei quali si era già deciso di destinare in favore del comparto neve in gravissima crisi, nel caso Foppolo il denaro è tutt’ora nelle disponibilità del BIM per 594 mila euro e da erogare al Comune in base allo stato di avanzamento dei lavori della cabinovia, ora sospesi. La scelta è stata deliberata anche dal direttivo BIM composto da 5 membri (tra cui il sindaco di San Giovanni Bianco, Marco Milesi). «Ci risulta incomprensibile come Milesi voti favorevole al BIM per accogliere e ratificare il finanziamento per poi criticarlo – scrivono -, e chieda spiegazioni quando poi i fondi siano in disponibilità dell’ente del quale è vicepresidente». A soffiare sul fuoco le dimissioni dei sindaci di Foppolo e Valleve chieste del segretario PD Gabriele Riva unitamente al sindaco di Valnegra Virna Facheris, di San Giovanni Bianco Marco Milesi, e al vicesindaco di Roncobello Antonio Gervasoni. «Una richiesta pretestuosa del PD – è la replica –, le difficoltà debitorie erano ben note, non ci si può dichiarare garantisti e poi cavalcare l’onda dell’inchiesta penale per chiari fini elettorali e di visibilità mediatica».

 


 

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