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Hotel Eureka

A Vobarno non verranno inviati richiedenti asilo

Lunedì 3 luglio in prefettura a Brescia si è svolta la riunione tra il prefetto Annunziato Vardè e il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini, nella quale è stato fatto il punto sull’attentato con le molotov contro l’Hotel Eureka di Carpaneda di Vobarno nella notte tra sabato 1 e domenica 2 luglio.

Al termine dell’incontro, al quale hanno partecipato anche il procuratore generale Pierluigi Maria Dell’Osso e quello aggiunto Sandro Raimondi, è arrivata la condanna unanime al raid. In più, è stato deciso che a Vobarno non arriveranno i 35 migranti previsti. Ma il prefetto ha voluto precisare che questa scelta non deriva da quell’attentato, ma dal fatto che l’hotel non si è reso disponibile per l’accoglienza degli stranieri e che non ci sono al momento altre soluzioni abitabili. Nel frattempo la procura di Brescia tramite il magistrato Mauro Leo Tenaglia ha aperto un’inchiesta e sta raccogliendo gli elementi che arriveranno dai carabinieri e dalla Digos della questura. Sembra che ad agire siano stati due individui, forse un terzo a fare da palo, tutti con il volto coperto. Hanno agito infrangendo con una mazza una vetrata al piano terreno della struttura ricettiva, poi hanno lanciato all’interno due molotov e una tanica di benzina. Il fuoco ha devastato buona parte degli interni: il primo ad intervenire per domare le fiamme è stato il proprietario dell’hotel, Valerio Ponchiardi, che da pochi giorni dormiva all’interno della struttura per paura di ritorsioni. Nei giorni scorsi il sindaco Lancini aveva tenuto un’assemblea pubblica sull’arrivo dei richiedenti asilo: l’assemblea era stata piuttosto burrascosa e qualcuno aveva minacciato di devastare il paese nel caso in cui i migranti fossero arrivati. Il prefetto Vardè ha sottolineato che l’accoglienza non si fermerà nemmeno di fronte a questi episodi di violenza, ma chiede nel contempo che diminuisca la loro distribuzione nel bresciano.

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