Le ricerche dell’ultraleggero di cui si erano perse le tracce da lunedì pomeriggio si sono concluse con il più tragico degli epiloghi in alta Valcamonica.
Il relitto è stato avvistato nel tardo pomeriggio di ieri in una zona particolarmente impervia tra il Put del Guat e la Malga Premassone in Val Malga di Sonico. Il ritrovamento è avvenuto grazie ad una triangolazione di dati, forniti dalla Protezione Civile di Sonico, dal sorvolo degli elicotteri della Guardia di Finanza e dell’Aeronautica militare, che avrebbe avvistato il velivolo schiantato tra gli abeti ed il Soccorso Alpino. Lo schianto non ha lasciato scampo al pilota e al passeggero del biposto, entrambi di nazionalità belga. Domenica 18 giugno il piccolo aereo aveva fatto scalo alla base di Samolaco, in Valchiavenna: volava in coppia con altro aereo analogo, a bordo del quale vi erano due persone. I due equipaggi avevano trascorso la notte nella foresteria dell’aviosuperficie, lasciando sul registro dei voli i loro dati anagrafici personali e dei due aeromobili. Lunedì mattina, dopo aver fatto rifornimento, erano ripartiti: la rotta prevedeva di raggiungere la sponda veronese di lago di Garda e, dopo uno scalo tecnico, la meta sarebbe stata Asti. Ma dopo il decollo uno dei due aerei è scomparso nel nulla subito dopo il passaggio dell’abitato di Edolo, attorno alle 12,30. L’ultimo contatto radio era avvenuto nella zona della montagna del Pian della Regina. Il piano di volo era stato comunicato alla torre di controllo che, non vedendo l’aereo arrivare a destinazione entro il tempo stabilito e non ricevendo più alcuna segnalazione, ha fatto scattare l’allarme. L’Aeronautica militare ha diramato un avviso di attenzione in collaborazione con la Protezione civile e con i Carabinieri rivolto anche al territorio bergamasco, bresciano e della Valtellina. E proprio un elicottero dell’Aeronautica attorno alle 17 di ieri, ha avvistato il relitto dell’ultraleggero in Val Malga. Quindi è partita la catena dei soccorsi con il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, i Carabinieri della compagnia di Beno guidati dal Maggiore Salvatore Malvaso ed i Vigilid el Fuoco di Edolo. Complessivamente l’intervento ha coinvolto quaranta persone fra operatori e militari. La fusoliera dell’aereo era incastrata in una macchia di vegetazione fitta a una quota di circa 1.600 metri, in una zona molto impervia, situata sul versante orografico sinistro della vallata. I tecnici del Soccorso alpino sono stati calati dall’elicottero del 118 di Sondrio con il verricello. Una volta a terra, constatato il decesso di pilota e passeggero, gli operatori hanno dovuto lavorare di cesoie e martinetti idraulici per liberare i due corpi rimasti imprigionati nelle lamiere deformate dallo schianto. Con due voli, le salme sono state trasferite nel centro operativo del Soccorso alpino di Edolo. Sulla tragedia è stata aperta un’inchiesta: il pubblico ministero si è riservato di disporre l’autopsia. A ore dovrebbe fissare con gli esperti le modalità di recupero del relitto che si annunciano molto difficili. Le autorità italiane si sono messe subito in contatto con quelle belghe, così da poter contattare al più presto i familiari delle due vittime