Nell’ambito di servizi di controllo economico del territorio, i militari della Guardia di Finanza di Treviglio hanno scoperto un’autofficina abusiva operante in un comune della Bassa Bergamasca.
Al piano interrato della propria abitazione il gestore gestiva un’attività di autoriparatore, senza però aver comunicato alla Camera di Commercio e senza i titoli autorizzativi normalmente prescritti per tale professione. Dalle indagini è emerso che era sì titolare di partita IVA ma per l’esercizio di una generica attività professionale e, nel contempo, risultava dipendente di un’azienda operante nel settore automobilistico.
Ad attirare l’attenzione dei finanzieri sono stati sia l’insignificante volume d’affati dichiarato sia l’elevato consumo di energia elettrica rilevato presso il suo domicilio, sicuramente non congrui per un’abitazione di tipo privato.
Successivi accertamenti hanno consentito di appurare che il meccanico, anche grazie all’esperienza maturata in qualità di dipendente, aveva organizzato nel piano interrato della propria abitazione, ufficialmente adibito a garage, un’autofficina completamente attrezzata con banchi di lavoro, macchinari, ponti elevatori e strumentazione varia.
Per gestire l’illecita attività il meccanico si avvaleva abitualmente di un lavoratore in nero, un pensionato che al momento dell’accesso è stato trovato intento a lavorare su una delle quattro autovetture parcheggiate, in attesa di riparazione, all’interno dell’officina.
Le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro amministrativo, finalizzato alla successiva confisca, di tutte le attrezzature utilizzate dal meccanico, al quale verrà comminata una sanzione fino a 15.000 €; per i clienti, invece, la sanzione amministrativa ammonta a 86 €.
Nell’officina sono stati rinvenuti, inoltre, ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi per l’ambiente, tra cui fusti di olio esausto, batterie e filtri usati e pezzi di ricambio ormai inutilizzabili. Per tale motivo, il meccanico è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria competente per violazioni in materia ambientale, mentre tutti i rifiuti (classificati quali “speciali” a seguito di sopralluogo da parte dei tecnici dell’ARPA) sono stati sottoposti a sequestro penale.