Egregio Direttore, seguo in questi giorni la vicenda che riguarda la siccità e la carenza di acqua nei grandi bacini che sono presenti sul nostro territorio, ovvero laghi, e mi domando se siano trascorsi inutilmente più di 15 anni. Le sarà presente che a quei tempi ero consigliere in provincia di Bergamo con il ruolo di capogruppo di maggioranza e posi il problema del cattivo utilizzo dell’acqua del lago che, continuando nel tempo, avrebbe causato seri danni. Mi scagliai contro il Consorzio dell’Oglio che tramite la diga di Frosio a Sarnico gestisce i prelievi dell’acqua dal lago e grazie alla disponibilità dell’Assessore Alessandra Salvi fu possibile promuovere un’intesa che mettesse d’accodo un po’ tutti in quello che si prefigurava come il primo accordo di lago. Mi ha meravigliato la dichiarazione del sottosegretario Alessandro Morelli tramite il quale è stato convocato per la mattina dell’ 1 marzo, presso Palazzo Chigi, un tavolo di coordinamento delle azioni da intraprendere “Compito del dipartimento che guido è la capacità di sapere programmare bene e in tempo – ha detto il sottosegretario Alessandro Morelli – e credo non ci sia alcun dubbio che su un tema così delicato, in cui sono coinvolte intere comunità e messi a dura prova settori produttivi vitali per la nostra economia, proprio la programmazione debba essere un punto cardine. “Naturalmente – ha concluso il sottosegretario – siamo consapevoli delle difficoltà che questa crisi determina o può determinare anche per il trasporto pubblico lacustre, per esempio nel caso dei grandi laghi del Nord, dove registriamo una diminuzione della risorsa idrica”.
Una dichiarazione un po’ tardiva anche se il sottosegretario Morelli mi potrebbe rispondere che a quel tempo loro non c’erano al Governo e rimbalzare le responsabilità su altri.
Il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli ha affermato che «Quello dell’acqua è un problema drammatico, che abbiamo il dovere di affrontare al più presto, tutti insieme». Alla vigilia dell’assemblea generale – in programma venerdì 3 marzo alle 17,- è questo il tema che catalizza l’attenzione degli agricoltori. E Garbelli mostra di avere le idee chiare. (!?!?) «Lo scorso luglio con il Prefetto ci eravamo lasciati con l’impegno di dare vita ad un “tavolo acqua” per favorire una programmazione concreta della gestione dei laghi bresciani. Nulla è andato nella direzione desiderata: da ottobre a oggi dal lago d’Iseo esce mediamente più acqua di quanta ne entra». Per il presidente di Confagricoltura la situazione è drammatica. «Il Sebino non è mai stato così basso. Bisogna muoversi ora, chiudere i laghi ed immagazzinare l’acqua».
E allora? Io a quei tempi ero considerato un visionario, un incompetente a tratti un facinoroso e non mi consolo con l’affermazione “io l’avevo detto”. Rimane il rammarico che le energie buttate su questo aspetto siano state per lungo tempo inutili
Quindi non riprendiamo il cammino verso un porto sicuro. Non servono nuovi tavoli o commissari per risolvere un problema. Basta un poco di intelligenza e mettere in pratica quello che già 15 anni fa era stato programmato ovvero una catena solidale che non lasciasse sulle spalle del lago l’onere di provvedere alle esigenze dell’agricoltura, a quelle non meno importanti della navigazione oppure alla produzione di energia elettrica che avviene appena fuori del Sebino e ancora ai problemi ambientali di quei tratti di fiume in cui si scaricano, ancora purtroppo, le acque reflue. Ricordiamo che siamo entrati nel 2023 Bergamo e Brescia capitali della Cultura. Non possiamo consegnare nelle mani dei turisti attratti da questo importante avvenimento una cartolina frutto dell’incapacità di amministrare un problema, delicato sì, ma non impossibile da risolvere in attesa che Giove Pluvio provveda a concederci la agognate precipitazioni che mancano ormai da troppo tempo. E vedrete che ci dimenticheremo presto del problema che ci ripresenterà il conto tra qualche anno.
Antonio Martinelli