La memoria può essere definita come “lo spazio in cui le cose succedono per la seconda volta”.
In termini tecnici la memoria consiste nella capacità del cervello di conservare una traccia delle esperienze passate e di farle riaffiorare alla coscienza.
E’ un processo complesso che si compone di 3 fasi: apprendimento, immagazzinamento delle informazioni, restituzione. Si distinguono 2 tipi principali di memoria Memoria a Breve Termine (MBT): dotata di capienza limitata dove le informazioni rimangono per un periodo breve.
Memoria a Lungo Termine (MLT): Può essere paragonata ad un magazzino che ha una capacità ampissima, dove sono conservate tutte le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso della vita.
Le principali alterazioni della memoria sono rappresentate dalle amnesie, delle perdite totali di memoria più o meno prolungate.
Si distinguono 2 tipi principali di amnesie: l’amnesia retrograda e l’amnesia anterograda. L’amnesia retrograda è un disturbo caratterizzato dall’incapacità di ricordare gli avvenimenti o le informazioni acquisite prima di un evento patologico. Il paziente si ricorda tutto ciò che è successo in seguito all’insorgenza della malattia e non ha difficoltà a memorizzare nuove informazioni. Le cause dell’amnesia retrograda possono comprendere lesioni traumatiche, (traumi cranici anche non gravi) processi degenerativi, disturbi metabolici (per esempio, diabete mellito o intossicazione alcolica acuta) e lesioni ischemiche. Uguali cause patologiche può riconoscere l’amnesia anterograda caratterizzata dall’incapacità di fissare i ricordi degli avvenimenti successivi all’evento causale del danno. Questa forma di perdita di memoria non intacca i ricordi passati (fenomeno che si verifica, invece, nell’amnesia retrograda), ma influisce sull’immagazzinamento di nuove informazioni.
Le patologie che provocano una riduzione, fino alla perdita della memoria sono soprattutto le demenze (Morbo di Alzheimer, demenze vascolari) ed in questo caso viene meno, almeno nelle prime fasi, la memoria a breve termine. Può quindi succedere che il paziente ricordi molto del passato remoto (infanzia giovinezza) e non ricordi invece le azioni del giorno precedente o cosa ha mangiato a pranzo.
Da non confondere con i disturbi della memoria è il deficit di concentrazione, che si può manifestare in alcune patologie come le demenze, l’anemia da carenza di ferro, l’alcolismo, ma più spesso è causato dallo stress e dall’ansia, soprattutto se a queste situazioni si associa una riduzione del sonno. La difficoltà di concentrazione consiste nel fatto che una persona, mentre svolge un compito manuale o intellettivo, non riesce a focalizzare la sua attenzione e pensa contemporaneamente ad altre situazioni del passato o del futuro, manifestando quindi carenze nello svolgimento del compito stesso. Bisognerebbe fare quindi come consiglia la frase latina “Hic et nunc” “qui ed ora”, cioè pensare solo a quello che si sta facendo e fare quello a cui si sta pensando. Purtroppo non esistono farmaci realmente efficaci per combattere i disturbi della memoria e quindi per mantenere una memoria efficace è importante tenerla allenata, leggendo molto e socializzando. Molto utili al riguardo sono anche i giochi enigmistici che consentono un periodico e costante richiamo di nozioni presenti nel nostro magazzino della memoria.
Gravedona: presentazione dell’offerta oncologica e radioterapica
Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario