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Due fiocchi blu all’Archeopark in attesa di tornare alla normalità

Due nuovi fiocchi all’Archeopark di Boario: non si può ancora sapere se saranno rosa o azzurri, ma i due nuovi cuccioli di cinghiale partoriti da mamma “Cristina” rappresentano già un simbolo di speranza e rinascita che dal Parco raggiunge tutti quanti. Speranza per il futuro, appunto, perché il passato recente sarebbe meglio cancellarlo. “Per noi che lavoriamo prevalentemente con le scuole è particolarmente dura – spiega Ausilio Priuli, direttore del Parco -. Tra il 24 febbraio e l’8 giugno 2020 avevamo 58.000 ragazzi prenotati, un record. Purtroppo, proprio il giorno destinato alla riapertura sono entrate in vigore le restrizioni del primo lockdown di marzo”.

A Cavallo tra il 2019 e il 2020 il Parco chiudeva come di consueto per il freddo e per eseguire le manutenzioni ordinarie: tetti, capanne, sculture, recinzioni, tutto il necessario per riaprire in sicurezza la stagione seguente. Neanche a farlo apposta, in quella fase si decise di fare un grande intervento di rifacimento dei tetti delle strutture ricettive e della pavimentazione dell’ingresso, con un investimento complessivo di 250.000 euro. “Da fine giugno abbiamo avuto la possibilità di riaprire e così fino a fine agosto. In quel periodo sono venute tantissime famiglie: abbiamo regalato la visita a tutti quei bambini che erano prenotati con la scuola”, prosegue Priuli. Numeri comunque irrisori se paragonati alle previsioni iniziali. Nel frattempo, anche il turismo scolastico di settembre e ottobre è andato perso, così come quello dei grest estivi.

A portare una ventata di aria fresca il percorso didattico “Archeonline”, attraverso cui l’archeologo Priuli parla con le classi di tutta Italia e risponde alle domande dei giovani studenti in diretta dall’Archeopark. Non mancano gli aneddoti sulle sue scoperte e sui suoi viaggi in tutto il mondo. Nonostante la chiusura, dunque, gli impegni sono sempre tanti. “C’è un parco da mantenere. Abbiamo tanti animali da seguire, tra cui un cavallo e i daini, di cui due sono femmine incinte che andranno assistite. Speriamo che a giugno si possa riaprire almeno alle famiglie”. Dalla nascita di nuove vite alla rinascita, si spera, del Parco.

Francesco Moretti

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