I Carabinieri Forestali di Vobarno, nel corso delle ultime settimane, hanno eseguito numerosi controlli volti alla prevenzione dei fenomeni di inquinamento ambientale ed alla repressione degli illeciti in materia di gestione dei rifiuti speciali derivanti da attività industriali ed artigianali.
In data 14 maggio, in particolare, un accertamento effettuato presso uno stabilimento di pressofusione dell’alluminio in Comune di Vobarno ha consentito di riscontrare che l’azienda controllata aveva abusivamente aumentato la propria capacità produttiva sino ad oltrepassare una capacità di fusione dell’alluminio di 20 tonnellate al giorno, grazie all’installazione di macchinari per la fusione e lavorazione del metallo in misura tripla rispetto a quanto consentito i cui fumi, inoltre, venivano illecitamente convogliati in atmosfera attraverso n. 7 punti di emissione non autorizzati. I Carabinieri Forestali hanno pertanto proceduto a sequestrare tutti gli impianti e punti di emissione sprovvisti di autorizzazione, nonché a deferire alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Brescia il legale rappresentante della ditta per aver svolto la propria attività in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale, requisito indispensabile per poter esercitare con la capacità di fusione descritta. Controlli similari sono stati svolti, inoltre, all’interno di due industrie di laminazione ed una fonderia ubicate nei Comuni di Odolo ed Agnosine, presso le quali sono state riscontrate irregolarità in materia di manutenzione degli impianti che effettuano emissioni in atmosfera nonché illeciti nella gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi, come olii e grassi esausti: i responsabili di ciascuna impresa, pertanto, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria e, a carico dei medesimi, sono state elevate sanzioni amministrative dell’importo di € 74.333,34. Ulteriori verifiche hanno riguardato la gestione delle terre e rocce da scavo nonché dei rifiuti da demolizione e costruzione da parte di alcune imprese edili operanti nei Comuni di Vobarno, Provaglio Val Sabbia, Barghe, Castenedolo e Bedizzole: i titolari di n. 5 imprese, in particolare, sono stati denunciati per il reato di deposito incontrollato di rifiuti, avendo collocato i materiali derivanti dalle loro attività in aree non autorizzate ovvero con modalità non consentite (ad esempio ammassandoli direttamente sul suolo nel mezzo della vegetazione) o ancora per aver destinato a riempimenti e rimodellamenti le terre e rocce da scavo prodotte in cantiere senza averne preliminarmente accertato la compatibilità ambientale mediante l’esecuzione delle analisi obbligatorie volte ad escludere la presenza ai alcuni inquinanti ambientali. Anche in questo caso, oltre alle denunce, sono scattate le pesanti sanzioni amministrative previste dalla legge, dell’importo complessivo di € 545.300,00. In materia di gestione dei veicoli fuori uso e rifiuti costituiti dai relativi componenti, infine, sono stati sanzionati i proprietari di n. 8 autovetture rinvenute in stato d’abbandono nei Comuni di Bione, Sabbio Chiese e Castenedolo, nonché i titolari di due officine meccaniche di autoriparazione in Comune di Sabbio Chiese che avevano omesso di tenere le registrazioni obbligatorie sui rifiuti in maniera conforme alla legge. Tali controlli, ai quali si aggiunge la scoperta ed immediata chiusura di un’attività di autoriparazione abusiva in Comune di Castenedolo, hanno comportato a carico degli interessati, oltre che alle dovute segnalazioni alla Procura della Repubblica, sanzioni amministrative dell’importo complessivo di € 19.014,36.