Un lavoratore quarantenne, nato in Albania, cittadino italiano e residente a Casirate, padre di due figli piccoli, è morto all’Ospedale di Niguarda di Milano sabato 2 marzo per l’infortunio sul lavoro che si era verificato il 25 febbraio alla “Piuma d’oro” di Treviglio.
Sembra che il lavoratore, tramite una scala provvista di parapetto solo su due lati, si sia portato all’altezza di due metri dal suolo, su una macchina impastatrice. Per cause ancora da chiarire, il lavoratore è caduto all’interno, procurandosi ferite gravissime. A quasi un anno dal duplice infortunio mortale alla ECB di Treviglio, un nuovo luttuoso evento che ha colpito, ancora una volta, il settore dell’industria alimentare, particolarmente diffuso nella zona con piccole e medie realtà. “Proviamo sgomento per la tragica scomparsa del lavoratore. Siamo vicini alla sua famiglia, a cui porgiamo le nostre sentite condoglianze. Assistiamo a una nuova morte, dolorosissima, nella nostra provincia: chiediamo unitariamente che venga fatta piena luce sull’accaduto e sulla dinamica, ma sin d’ora sentiamo la necessità di porre alcune, drammaticamente banali, questioni” hanno commentato Angelo Chiari per la CGIL, Danilo Mazzola per la CISL e Saverio Capuzziello per la UIL di Bergamo.