Intorno alla ore 13 di lunedì 25 febbraio, è giunta una telefonata al 112 N.U.E. di una donna che, in evidente stato di agitazione, ha comunicato all’operatore della Sala Operativa di essere in possesso di una pistola e di diverse altri armi e munizionamenti che avrebbe utilizzato per commettere una strage e, successivamente, togliersi la vita. La stessa, tuttavia, non ha voluto comunicare la posizione da cui stava effettuando la telefonata.
La sala operativa, a quel punto, ha coordinato nell’immediatezza dei fatti le attività necessarie a geo-localizzare la persona.
Pertanto, il Capo Turno della Centrale Operativa ha applicato, alla lettera e senza perder tempo, il protocollo previsto per queste emergenze: si è aperto un solerte canale di comunicazione tra la donna e l’operatore radio della C.O.T. che, a distanza di circa quaranta minuti, è riuscito ad avere le informazioni sulla posizione della donna, consentendo agli equipaggi delle Volanti e del Reparto Prevenzione Crimine di poter raggiungere la posizione segnalata.
Gli operatori, giunti celermente sul posto, sono riusciti a soccorrere la donna, in evidente stato confusionale; sul posto, è giunto anche personale sanitario che ha prestato le prime cure alla signora.
A quel punto si è proceduto ad effettuare una perquisizione domiciliare, eseguita ai sensi dell’ex art. 41 T.U.L.P.S, finalizzata alla ricerca di armi.
I poliziotti della Squadra Volante hanno rinvenuto sul balcone dell’abitazione della donna 10 recipienti contenenti polvere da sparo per ricarica di munizioni, svariati bossoli, ogive e materiale per il confezionamento di cartucce da sparo di vario calibro. All’interno di una cameretta adiacente al balcone, su di uno scaffale, sono state rinvenute altre scatole di cartucce e altro materiale per il confezionamento. Dalla successiva perizia si è constatata la presenza di circa 5 kg di polvere da sparo. Nell’abitazione è stata, infine, verificata la presenza di svariati fucili e pistole con relativo munizionamento e la presenza di alcune cartucce in dotazione ai corpi militari dello stato, il cui possesso è vietato ai privati cittadini.
Si è appurato, successivamente che le armi rinvenute erano di proprietà del convivente della signora, erano custodite in maniera non conforme alla normativa di settore e che il titolare era in possesso di un porto d’armi scaduto.
Pertanto l’uomo è stato denunciato per omessa custodia e detenzione di armi o munizionamento da guerra e la donna è stata messa in salvo evitando che la stessa potesse compiere gesti estremi vista l’enorme disponibilità di armi a disposizione.