Martina Galasso (10 anni, di Esine) è l’interprete, insieme ad Alyssia Mengbwa Palombo (8 anni, di Assisi) della “Rosa e il bambino”, canzone scritta e composta da Mario Gardini e Giuseppe De Rosa e vincitrice della 61a edizione dello Zecchino d’Oro. L’abbiamo incontrata con papà Cristiano, mamma Lucianna, la sorella Chiara, e tra chiacchiere e un po’ di nostalgia per gli amici salutati abbiamo capito perché il valore dello Zecchino d’Oro va oltre la mera competizione canora.
Cominciamo dalle origini, quando hai scoperto la passione per il canto?
Martina: A 2 anni ho canticchiato la canzone dei due liocorni e a 6 anni papà l’ha registrata sul canale YouTube. Sempre a 6 anni ho cantato il “punto di vista strambo” al “Cuoricino d’oro” – Manifestazione canora organizzato da Cristiano in collaborazione con l’Avis di Esine – invece a 7 anni avevo già provato con lo Zecchino d’Oro: sono arrivata in finale ma non mi hanno presa per la finalissima. L’anno scorso invece non mi avevano selezionata dall’inizio e poi quest’anno, che era l’ultimo a cui potevo partecipare.
È stata un’esperienza stressante?
Cristiano e Lucianna: Il tempo era sempre molto limitato ma per loro era un gioco, non c’era tensione. le interviste, i videoclip, le prove non pesavano ai bambini. Gli animatori erano con loro, non li lasciavano un momento. C’erano momenti di studio, di crescita ma anche di gioco.
Com’è stata la prima puntata, eri emozionata?
Martina: Avevo un po’ di paura e tanta emozione. I genitori non partecipavano alla diretta in studio, c’erano solo i bambini.
Cristiano e Lucianna: La tensione è tanta perché vorresti immedesimarti un po’ in quello che sta provando Martina, ma è difficile. Questa esperienza l’ha aiutata tanto ad avere coraggio e ad affrontare alcune delle difficoltà della vita.
Cosa vi siete portati a casa dall’esperienza allo Zecchino d’Oro?
Martina: È stata un’esperienza meravigliosa, noi bambini c’eravamo legati tanto. Tutti i giovedì partivamo da ogni parte dell’Italia e ci trovavamo negli studi di registrazione. Vivere dei momenti insieme ci ha uniti molto.
Cristiano e Lucianna: Lo Zecchino d’Oro è una storia di famiglie che si sono conosciute, incontrate, e hanno vissuto momenti di convivenza che rimarranno nel tempo, così come hanno fatto le vecchie famiglie dello Zecchino. L’aria dell’Antoniano è qualcosa di bellissimo, come esperienza formativa per i bambini e anche per noi genitori. L’ultima puntata loro piangevano perché dovevano allontanarsi per del tempo e non perché erano arrivati primi o secondi. Noi adulti pensiamo a chi ci guarda all’altro lato della tv mentre loro pensano a chi è vicino, ti rendi conto del valore delle cose, ancora oggi a parlarne ci emozioniamo. Alla fine di tutto i ragazzi hanno vissuto un’esperienza di gruppo, la competizione non c’è mai stata tra di loro; se è la musica che vince, allora ha vinto la musica.
Cos’è per te il canto Martina?
Martina: Il canto per me è tutto, è una cosa inspiegabile. Mi sento meglio quando canto, ti puoi esprimere, esprimere le tue emozioni.
Parlami della “Rosa e il bambino”. Di cosa parla e cosa pensi della canzone?
Martina: “La rosa e il bambino” parla di una rosa che sboccia in una bufera e di una strega che le manda un incantesimo: chi avrà un cuore semplice riuscirà a sfiorare la rosa e spezzare l’incantesimo. Arriva un re con un forziere colmo di denari e si vede povero e scappa. Arriva una bella signora, la accarezza, si vede vecchia e scappa. Arriva un bambino, la accarezza e si vede normale, perché ha un cuore semplice; il suo cuore, che è puro, riesce a spezzare l’incantesimo e la rosa si trasforma in una bambina. La prima volta che ho ascoltato “la rosa e il bambino” ho pensato che era un po’ difficile ma dopo averla imparata bene ho pensato che quella canzone era mia, era fatta per me.
Cristiano: È come se la canzone ti venisse cucita addosso e hai anche la responsabilità di promuoverla; non la canzone stessa ma il senso, quello che vuole trasmettere. Martina e Alyssia hanno dato quello che dovevano perché sentivano loro la canzone e continuano a sentirla. Se davvero ha emozionato le persone, allora vuol dire che è arrivato qualcosa, sono riuscite a fare quello che l’Antoniano aveva previsto di fare.
Cosa dicono i compagni di scuola e gli amici?
Martina: Mi dicono che sono brava, bravissima. È stato bello, non me l’aspettavo.
Cristiano: ieri siamo stati a messa e il Don ha chiesto se poteva cantare la canzone davanti alla comunità. In un attimo il coro ha stampato i fogli, i violinisti hanno arrangiato ed era già pronta per cantare: sono quelle cose che non ti aspetti.
Qual è la tua canzone preferita dello Zecchino d’Oro?
Martina: “Ti regalerò un sogno”. parla di regalare un sogno a chi di sogni non ne ha.
Cristiano: Le calza a pennello, Martina aveva un piccolo sogno nel cassetto e l’ha raggiunto. È un esempio per tanti che vogliono realizzare i propri sogni. Insistere a volte non è sbagliato.
Cosa rimane dopo l’esperienza dello Zecchino d’Oro?
Ci auguriamo che questa esperienza continui. Il risultato di Martina è l’apice di una piramide fatta di esperienze; va bene dare il giusto valore alle cose ma quello che c’è sotto è un intreccio di sentimenti ed esperienze che unite tra loro hanno portato a dei momenti unici che ci hanno segnato. Per noi c’è tutta quella parte di piramide che continueremo a vivere e che continuerà a farci emozionare. Al di là di tutto, al di là della parte visibile e del risultato di Martina, c’è l’esperienza fatta come famiglia, che è molto più grande e bella di ogni altra cosa.