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In carcere 7 membri della famiglia Sallaku

I Carabinieri delle Compagnie di Breno e Clusone hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di sette componenti della famiglia Sallaku, tutti residenti a Sale Marasino: in totale sono 5 le custodie cautelari in carcere, mentre due donne sono state sottoposte agli arresti domiciliari. Due dei destinatari dell’ordinanza erano già ristretti presso la Casa Circondariale di Canton Mombello.

Il provvedimento restrittivo, emesso dal GIP del Tribunale di Brescia, trae origine dall’arresto eseguito in data 5 novembre 2018, quando a seguito di una perquisizione operata nella lussuosa villa di Sale Marasino, i Carabinieri avevano rinvenuto una valigetta contenente tre pistole e diverse munizioni, che era stata occultata all’interno di un intercapedine del garage. Per la detenzione illegale delle armi da fuoco erano stati arrestati in flagranza di reato Gezim Sallaku e i suoi fratelli, Isuf ,Gazmir e Taulant. Dopo pochi giorni i primi tre stranieri erano tornati in libertà, mentre Taulant e Saimir erano rimasti in carcere, poiché coinvolti nell’indagine “Reticolo” con la quale era stata smantellata una banda criminale, costituita da cittadini albanesi e italiani, dedita al traffico, al commercio e allo spaccio in Vallecamonica di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. I quattro imprenditori albanesi erano stati rimessi in libertà dal Gip che aveva convalidato l’arresto operato dai militari, ma non aveva applicato alcuna misura cautelare, ritenendo che gli indizi raccolti non fossero pienamente univoci a ricondurre il possesso delle pistole a tutti i componenti della famiglia. Nella decisione del Giudice aveva avuto un peso determinante la confessione di Sallaku Saimir, che era già ristretto in carcere per il suo arresto del 18 ottobre 2018 (era stato fermato nell’area industriale di Piancamuno subito dopo aver ceduto 1 Kg di cocaina a favore di due acquirenti italiani della zona). Da Canton Mombello Saimir aveva fatto pervenire una memoria con la quale si era assunto tutte le responsabilità in ordine al possesso delle armi da fuoco. Nel frattempo i Carabinieri di Breno e Clusone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, hanno continuato ad indagare, non credendo all’ipotesi che il solo Saimir fosse a conoscenza della presenza delle armi in garage. Con scrupolo hanno smontato, punto per punto, il contenuto della memoria autoaccusatoria, rimettendo gli esiti investigativi all’Autorità Giudiziaria. Sulla scorta di questi accertamenti è stata emessa la nuova ordinanza di misura cautelare con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari anche nei confronti di due donne della famiglia.

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