Risolta la situazione della sede di Zogno che, dopo il voto del Comitato provinciale INPS riunito lo scorso 20 giugno, vedrà l’aggregazione della Valle Imagna, ora si profila il rischio, pur non imminente, che si verifichino chiusure o accorpamenti delle agenzia della Bassa Bergamasca. Di recente, infatti, è entrata in vigore una determina della Presidenza Nazionale dell’INPS che prevede tre parametri per razionalizzare le risorse sul territorio: l’utenza di riferimento di ciascuna sede dovrà essere di almeno 60mila abitanti, gli addetti delle sedi periferiche dovranno essere almeno 10, e, infine, non sarà più possibile che due o più agenzie restino aperte entro un’area raggiungibile in meno di mezz’ora d’auto.
“Se la scorsa settimana, all’unanimità, abbiamo approvato la proposta del Direttore INPS di Bergamo Vittorio Feliciani di aggregare i paesi della Valle Imagna a Zogno, mettendo così in sicurezza quest’ultima, ora si apre il problema della Bassa Bergamasca” ha detto oggi Marcello Gibellini, membro del Comitato in rappresentanza della CGIL provinciale. “Cosa accadrà alle agenzie di Grumello, Romano di Lombardia, Terno e Treviglio? Nonostante dalle analisi organizzative emerga una più alta produttività nelle agenzie periferiche rispetto alla sede centrale, i nuovi criteri introdotti a livello nazionale obbligheranno l’INPS a riorganizzare la geografia delle sedi della nostra provincia”.
Tra gli elementi della valutazione in sede locale, secondo Gibellini, pesano anche i costi di locazione delle sedi in cui le agenzie operano: “Mentre i Comuni di Clusone e Zogno hanno versato un contribuito significativo fornendo locali a costi molto contenuti, in altre località, invece, i costi di locazione sono di svariate decine di migliaia di euro all’anno, e questo ovviamente ha il suo peso. La posizione delle parti sociali all’interno del Comitato (e certamente della CGIL), è che la presenza dell’INPS sul territorio venga rafforzata e ulteriormente riqualificata per meglio incontrare i bisogni e le richieste dell’utenza” conclude Gibellini.