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“Il tempo non può e non deve cancellare il ricordo e la memoria commossi, ma ancor meno deve sopire l’impegno, urgente e prioritario, di lottare per un mondo più giusto ed una legalità più diffusa. Le vittime delle stragi sono un monito vivo e attuale per ricordarci come, nelle nostre comunità e nel nostro quotidiano amministrare, i valori della democrazia e del pacifico vivere comune vadano difesi nelle azioni più semplici in ogni frangente”.

Le parole del sindaco di Gandino, Elio Castelli, sottolineano, venerdì 27 luglio 2018, il ricordo del venticinquesimo anniversario della strage di via Palestro a Milano, che nel 1993 costò la vita a cinque persone.

Fra loro c’era anche il gandinese Alessandro Ferrari, 30 anni, vigile urbano nel capoluogo lombardo.

L’ordigno esplosivo aveva la volontà di mietere vittime e devastare il Padiglione di Arte Contemporanea e, probabilmente, anche il “Palazzo dei Giornali”, che poco distante ospitava gli uffici di molti mass media. L’attentato pare rientrasse nella trama eversiva che negli stessi giorni colpì Roma (con l’attentato al Velabro) e Firenze (attentato in via dei Georgofili) e che l’anno prima aveva ucciso in poche settimane i giudici Falcone e Borsellino con le loro scorte. A Milano, in via Palestro, morirono tre Vigili del Fuoco, un senzatetto di origine marocchina e, appunto il vigile urbano gandinese Alessandro Ferrari.

Alessandro si adoperava insieme ai vigili del fuoco per allontanare curiosi e pedoni in transito da un’auto sospetta, consapevole di mettere a repentaglio la propria incolumità per evitare ad altri di restare vittima di un’eventuale esplosione.

Fu travolto dall’onda d’urto ed il suo corpo scagliato ad oltre venticinque metri di distanza, nel parco vicino. Alessandro aveva trascorso l’infanzia a Gandino, con i genitori: mamma Elisabetta Moro e papà Agostino, che faceva il sarto. La famiglia si era successivamente trasferita a Milano, ma mamma Elisabetta due anni prima del tragico attentato era ritornata a Gandino. Oggi nel paese della Valle Seriana vive tuttora il fratello di Alessandro, Giuseppe, con la moglie ed i due figli, titolari di un laboratorio di calzoleria e di un negozio di generi alimentari. Alessandro Ferrari era diplomato al Conservatorio ed era un apprezzato organista, spesso impegnato nell’accompagnamento di funzioni liturgiche. Riposa nel cimitero di Gandino.

Al vigile Alessandro Ferrari il Comune di Gandino ha dedicato nel 2011 la Sala Civica del Salone della Valle di piazza Vittorio Veneto, dove è presente una targa in sua memoria.

Alla memoria di Alessandro è stata dedicata, nel 2017, la nuova sede di Alzano Lombardo del presidio antimafia dell’associazione Libera in Valle Seriana.