C’è sempre un numero uno, ma questa volta mi piacerebbe sapere chi è stato il primo ad avere un’idea così bizzarra come quella di vietare l’affissione degli avvisi funebri, quelle strisce di carta che avvisano la popolazione della morte di una persona. In questi giorni abbiamo ricevuto almeno una decina di telefonate di gente che ha perso un famigliare, durante le quali ci veniva raccontata l’angoscia di non averlo potuto assistere , stargli vicino nella sofferenza e veder portato via il corpo del congiunto chiuso in un sacco. Ora si vuole vietare di comunicare alla propria comunità che il familiare non è più tra noi.
Qualcuno potrà cercare di convincermi che il fine del provvedimento è alto. A volte, nei pressi di un avviso funebre appena affisso, si formano dei capannelli di gente che vuole leggere. Non adunate oceaniche, ma in numero sufficiente a creare problemi. Ebbene qual è il vero problema: l’avviso funebre o quelle persone che, a dispetto delle disposizioni non rispettano la distanza di sicurezza e magari non indossano la mascherina? Cosa ci fanno quelle persone, che sono state invitate a stare in casa e invece sono in giro per le strade e le piazze di un paese nel tentativo di creare un pretesto di conversazione? La soluzione pensata dai nostri amministratori è quella più semplice: togliere di mezzo l’avviso funebre convinti che, intanto, il nostro gruppetto di persone non trovi un altro argomento di conversazione. Invece di sanzionare ( o istruire) il gruppo, qualora ci fossero persone che non hanno ancora capito i rischi di contagio, si preferisce spostare il problema vero. L’idea, poi, di dedicare uno spazio sul web non ha ragione di esistere perché questi gruppetti “dì facinorosi” sono costituiti – per la maggiore parte – da anziani che con il computer non hanno proprio feeling.
Convinti, come siamo, della funzione dell’annuncio affisso, abbiamo istituito un servizio a disposizione delle Onoranze Funebri che per alcuni giorni sono state sotto pressione tanto da spingere un titolare ad affermare “sinceramente non so più dove ho i defunti”. Abbiamo anche pensato, nei giorni scorsi, di creare uno spazio riservato agli avvisi funebri da pubblicare gratuitamente sul nostro sito, ma siamo convinti che la morte è un passaggio obbligato con la quale non si può e non si deve fare audience. Meglio lasciare i vecchi e tradizionali avvisi e lavorare per istruire la popolazione sui metodi comportamentali.
Antonio Martinelli