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Avete mai osservato i bambini giocare ? La cura e l’attenzione che mettono nell’atto del gioco, come se fosse la cosa più importante del mondo. Crescendo ci si dimentica, si assume un atteggiamento in linea con la realtà e quel giocare, quella creatività, passa in secondo piano e si dissolve.

Bruno Munari (1907 – 1998), scrittore, designer e artista milanese, con il libro “Fantasia” (1977) traccia un disegno preciso di ciò che è la creatività, la fantasia e la relazione che queste hanno con intelligenza e memoria. Descrivendo con chiarezza il processo creativo palesa al lettore l’importanza della creatività, non solo come strumento di crescita ma anche come inventiva, necessaria per realizzare quello che ancora non esiste, ne delinea i tratti e li rende reali.

Tutte le opere di ingegno, dalle macchine di Leonardo da Vinci agli affreschi di Michelangelo sono frutto di una creatività usata come ponte tra il fantastico e il reale. Munari nel suo libro dipinge con le parole, in maniera dettagliata e mai banale. Ripercorre e analizza il rapporto tra creatività e memoria, il significato di fantasia, l’applicazione della stessa nella comunicazione creativa, le facoltà umane, come stimolare la creatività e renderla più elastica.

Colpisce dalle prime pagine come il libro riesca a strappare con prepotenza il lettore dalla vita spesso grigia e metodica del lavoro e della routine (anche con le bellissime immagini che scandiscono le pagine del libro). Sembra che lo stesso Munari ci voglia sussurrare qualcosa, e con il suo libro lo fa, suggerendo che la creatività è l’unica arma contro il tempo, la vecchiaia e che non c’è età per chi sa vivere con creatività.