L’attenzione resta alta sul Sebino, ma i dati dettagliati sulle dimensioni e sulla velocità di movimento della frana che incombe su Tavernola ridimensionano il pericolo che tiene in ansia tutta l’area. Le prefetture di Brescia e di Bergamo, che sovrintendono i centri di coordinamento, hanno infatti determinato uno stato di “allerta” e non di “preallarme” né tantomeno “allarme”. I circa due milioni di metri cubi di materiale sotto osservazione sono al momento pressoché fermi e attaccati al Monte Saresano.
I radar puntati sulla massa non stanno registrando movimenti in atto tali da determinare procedure di evacuazione. Nonostante ciò, non è esclusa l’ipotesi di un collasso della frana, che sarebbe però preceduta da segnali inequivocabili che consentirebbero agli enti ed alla Protezione Civile di intervenire in tempo per mettere al sicuro la popolazione interessata.
Anche se ora si gisce in modo meno stringente, si procederà all’aggiornamento della pianificazione di emergenza, implementando i sistemi di allarme e individuando le aree di raccolta in caso di evacuazione. Previste per i prossimi giorni, nelle aree dei Comuni più esposti, prove di evacuazione. Regione Lombardia ha stanziato 250.000 euro per i Comuni più colpiti, soprattutto Vigolo e Parzanica che sono ancora isolati: 100mila destinati al pronto intervento per la messa in sicurezza di una strada che consentirà di risolvere la condizione di isolamento di Parzanica, altri 100mila per le attività di coordinamento, monitoraggio e previsione del possibile dissesto. Le due Comunità Montane, quella dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano hanno invece destinato 50.000 euro per il piano di emergenza richiesto all’Università di Brescia per la simulazione dell’onda anomala, che potrà colpire Montisola, le sponde bresciana e bergamasca, in caso di collasso totale della frana.