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Svolta nell’indagine sul caso di Laura Ziliani: arrestate due figlie

C’è una svolta nelle indagini legate alla scomparsa di Laura Ziliani, la donna scomparsa da Temù l’8 maggio scorso. I Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia hanno eseguito un’ordinanza per l’applicazione della misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Brescia, per le due figlie di 26 e 19 anni, nonché del fidanzato ventiseienne della sorella maggiore.

Le indagini erano scattate parallelamente alle numerose anomalie emerse nel racconto fornito dai tre arrestati, che avevano portato a ritenere poco credibile da Carabinieri e Procura la versione del malore in montagna o dell’incidente. Sulla base di queste riluttanze e delle preliminari risultanze investigative, a giugno, i tre erano stati iscritti nel registro degli indagati con accusa di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.

A seguito del ritrovamento del corpo della donna lungo le sponde del fiume Oglio, l’8 agosto, gli accertamenti tossicologici eseguiti dall’Istituto di medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine. Da qui la conferma, quindi, che la vigilessa è stata drogata e successivamente uccisa. L’ipotesi degli investigatori, considerato che il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua, è che il corpo della vittima possa essere stato occultato in un altro ambiente e secondariamente abbandonato dove poi è stato rinvenuto.

F.M.

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