Presentato nel Teatro Sancarlino di Brescia il convegno dal titolo “Lavoro a distanza e disabilità: quali vantaggi, quali criticità?”, organizzato dalla Provincia di Brescia e dall’Università degli studi di Brescia, nell’ambito del lavoro del Tavolo sulla disabilità – OSMER. L’incontro è stato l’occasione per presentare i risultati della ricerca condotta dal Tavolo, realizzata tra il 2022 e il 2023, sul tema smart working e disabilità.
“A gennaio 2022 – ha dichiarato Roberto Bondio, Consigliere delegato alle Politiche Sociali, disabilità e fragilità – l’Ufficio Collocamento Mirato della Provincia di Brescia ha firmato, con l’Università degli Studi di Brescia, un Protocollo d’Intesa di durata triennale, finalizzato alla realizzazione di attività di ricerca e iniziative congiunte nell’ambito del Tavolo della disabilità dell’OSMER. Abbiamo costruito una sinergia importante che ha consentito la cooperazione e il sostegno reciproco nello sviluppo di progetti di ricerca comuni nell’ambito della tematica della disabilità, nonché lo scambio di flussi informativi. La giornata di oggi – ha concluso Bondio – ha permesso una restituzione del lavoro condotto in questi ultimi anni. I dati raccolti costituiscono una base di conoscenza comune fondamentale per poter indirizzare politiche e azioni strategiche per il benessere dei lavoratori, in particolare per quelli caratterizzati da una condizione di fragilità.”
“Il rapporto tra istituzioni del territorio e ricerca scientifica – ha dichiarato il Prof. Marco Castellani del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia – è sempre stato stringente su tematiche chiave come quelle che riguardano l’inserimento nel circuito lavorativo in generale e, più nello specifico, il contrasto all’insicurezza e alla precarietà lavorativa. L’indagine su disabilità e lavoro a distanza – presentata questa mattina – è nata proprio in questa prospettiva, grazie soprattutto al Protocollo d’Intesa siglato dall’Ufficio Collocamento Mirato della Provincia di Brescia con l’Università degli Studi di Brescia. Si tratta di un accordo che da un lato ha formalizzato una collaborazione già attiva e molto proficua e, dall’altro, ha fornito ulteriore stimolo allo scambio di conoscenze e alla promozione di processi partecipativi con gli stakeholder locali”.
Il Tavolo sulla disabilità, al quale aderiscono già AIB, CGIL, CISL, UIL e l’Associazione e l’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro, ha svolto prevalentemente attività di ricerca. Nel 2019 è stato pubblicato un report sulla percezione della disabilità da parte dei lavoratori, delle lavoratrici e delle imprese della provincia di Brescia, presentato nell’ambito di un convegno nazionale svoltosi lo scorso novembre presso il Dipartimento di Giurisprudenza. I risultati scientifici sono stati pubblicati anche sulla rivista “Materiali per una storia della cultura giuridica”, edita da “Il Mulino”. Tra il 2022 e il 2023, il Tavolo è stato impegnato in una ricerca finalizzata a indagare se e come le persone con disabilità abbiano potuto svolgere il proprio lavoro durante l’emergenza sanitaria.
L’ultimo studio, per il quale è stato somministrato un questionario anonimo, ha visto la partecipazione di 349 persone su un totale di 1.694, individuate tra quelle avviate al lavoro dall’Ufficio Collocamento Mirato della Provincia di Brescia nel quinquennio 2017-2021. Gli aspetti indagati sono stati: attività lavorativa, ambiente di lavoro, soddisfazione generale, conciliazione e tempo di lavoro, sistemi di controllo e di verifica, percezione dell’impatto del lavoro a distanza. Tali aree di interesse hanno riguardato le seguenti fasi: pre-Covid (fino a febbraio 2020); Covid (marzo 2020-giugno 2022) e post Covid (da luglio 2022).
Dalla ricerca è emerso che su un totale di 100, la % di lavoro svolta al PC da parte dei rispondenti è stata in media del 46% nel primo periodo, del 50% nel secondo (con prevalenza delle donne – 59% – rispetto agli uomini – 41%) e del 52% nel terzo. In media, nei tre periodi una % tra l’86 e il 91 non ha usufruito di forme di congedo (congedo parentale, aspettativa non retribuita, legge 104, permessi per malattia). Il lavoro a distanza è stato svolto: dal 5% dei rispondenti nel primo periodo, dal 29% nel secondo (di cui il 75% donne vs. 15% uomini) e dal 15% nel terzo (di cui sempre il 75% donne vs. 15% uomini). In tutti e tre i periodi, la principale motivazione del mancato ricorso al lavoro a distanza è ritenuta dai rispondenti l’incompatibilità della propria mansione con il lavoro a distanza, seguita dall’impossibilità a individuare una soluzione organizzativa soddisfacente e dalla non necessità/previsione di svolgere il lavoro a distanza.
La ricerca si è concentrata soprattutto sul periodo Covid, nel quale il 60% di chi ha svolto lavoro a distanza ritiene di aver ricevuto una dotazione informatica totalmente o molto adeguata, mentre solo il 25% afferma di aver affrontato da alcuni a molti problemi di salute nello svolgimento del lavoro a distanza prima non riscontrati (principalmente di natura muscolo-scheletrica); il 67% valuta come almeno soddisfatte le proprie aspettative rispetto alla modalità del lavoro a distanza, che però non sembra aver inciso sul cambiamento dell’attività lavorativa rispetto al passato per il 73% dei lavoratori; chi invece ritiene che ritiene significativo il cambiamento intervenuto per l’attività svolta a distanza (27%) sostiene che questo abbia riguardato soprattutto le condizioni fisiche, la libertà di scelta del metodo di lavoro, il rapporto con colleghi e superiori, l’opportunità di utilizzare le proprie competenze. Il grado di conciliazione lavoro-famiglia è ritenuto poco soddisfacente solo dal 13% (senza differenze di genere significative). Quasi l’80% pensa che a seguito del lavoro a distanza il rapporto con i superiori sia cambiato o poco o per nulla, mentre l’impatto più significativo in termini di miglioramento esercitato dal lavoro a distanza si è avuto sull’efficacia lavorativa, sulle nuove conoscenze e sulle motivazioni. Considerazioni simili, ma con numerosità più basse, valgono per il terzo periodo, quello post-Covid.
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