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Slow Mays: a Bergamo il quinto appuntamento

Quinto incontro nazionale per la rete di Slow Mays. Appuntamento a Bergamo sabato 1 e domenica 2 dicembre. In programma incontri con mostra mercato di farine di mais locali a impollinazione libera e trasformati, Presìdi Slow Food e prodotti di Comunità da tutta Italia, animazione, street food e Laboratori del Gusto. Una bella festa in stile Slow che prevede anche la grande preparazione in piazza di polenta tradizionale abbinata a Presìdi e prodotti del Mercato della Terra.

Sabato l’appuntamento è al Mercato della Terra di piazza Matteotti (ore 10-17), dove si potranno assaggiare, degustare e acquistare diversi mais locali: rostrato rosso di Rovetta, spinato di Gandino, scagliolo di Carenno dalla Lombardia; pignoletto rosso della Val di Cosa, rosso di Aquileia, socchievina, dente di cavallo, resiana e cinquantino dal Friuli; ottofile di Roccacontrada dalle Marche; nostrano di Piadera e biancoperla dal Veneto; ostenga, pignoletto rosso e giallo, mais ottofile dal Piemonte.

Domenica è invece dedicata all’incontro, con le conversazioni pubbliche presso la Sala Viscontea -Torre di Adalberto in piazza della Cittadella in Città Alta, che ospita inoltre la mostra «Big Picnic: cibo sicuro, responsabile e biodiverso».

Per l’occasione, gli chef amici di Slow Food poporranno in carta elaborazioni innovative ispirate a sostenibilià, rispetto per il lavoro e l’ambienta.

Slow Mays è la rete dei produttori di varietà locali a impollinazione libera di mais che coltivano questo cereale peralimentazione umana, con modalità agro-ecologiche garantendo sia la storicità dell’ecotipo, che la gestione eco sostenibile dell’intera filiera dal campo alla tavola. Figlia del primo Mais Network istituito a Gandino (Bg), 10 anni fa, si è costituita ufficialmente a Expo 2015. Oggi sono presenti e censiti nella rete 36 varietà/ecotipi provenienti da 9 regioni del Centro-Nord, selezionati dalle comunità locali.

A Terra Madre 2018 si è presentata nel contesto internazionale stabilendo relazioni con custodi del seme che hanno intrapreso percorsi analoghi, produttori e progetti dal Latino America al Sudafrica dall’Austria alla Bosnia, alla Spagna. I pilastri su cui si regge il progetto sono sostanzialmente: la difesa della biodiversità, il libero scambio dei semi e il conseguente diritto al’autodeterminazione delle comunità, la condivisione dei saperi e l’inclusione.

Nel solco della campagna #foodforchange, Slow Mays, attraverso la promozione di consumi quotidiani più consapevoli, ambisce a essere una rete attiva nell’evoluzione verso stili e abitudini alimentari capaci di migliorare la salute degli individui e contribuire a combattere i cambiamenti climatici di cui l’agricoltura convenzionale è causa e vittima al contempo.

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