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“Giuseppe Ghirardini non si è ammazzato, abbiamo la prova e deriva dagli esami effettuati dai Ris di Parma e riletti dai nostri consulenti” afferma il portavoce della sorella di Ghirardini, Roberto Stefana.

Giuseppe Ghirardini, legato alla vicenda della scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli, addetto ai forni della sua azienda di Marcheno, è stato trovato senza vita il 18 ottobre scorso, dieci giorni dopo la scomparsa di Mario, in una zona appartata in un boschetto di larici e abeti alla Case di Viso accanto al torrente Arcanello. L’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Alberto Rossi sul caso Ghirardini riguarda l’istigazione al suicidio, ma gli inquirenti hanno sempre ripetuto che l’operaio avrebbe fatto tutto da solo. L’autopsia sul suo corpo aveva messo in evidenza che nel suo stomaco vi era una capsula a forma di casoncello, contenente cianuro, del tipo dei bocconi avvelenati per esche. Ma i famigliari non ritengono possibile l’ipotesi di suicidio e, anzi, affermano di avere elementi, ricavati dalle indagini dei Ris di Parma, da cui emergerebbe il contrario e cioè che Giuseppe sarebbe stato ucciso. I consulenti medici della famiglia sarebbero pronti a depositare in Procura la relazione che spiega i motivi per cui non si tratterebbe di un suicidio. I legali delle sorelle di Ghirardini, gli avvocati Maria Costanza Rossi del Foro di Brescia e il collega milanese Roberto Sartori, avevano anche pensato di chiedere alla Procura la riesumazione del cadavere per effettuare nuove e più approfondite indagini mediche, ma proprio le sorelle dell’operaio si sono opposte. Infatti la famiglia ha preferito lavorare sui dati oggettivi delle analisi già condotte i cui dati sono stati depositati. Il portavoce della famiglia afferma anche che sono già a conoscenza di tutti i dati da cui è scaturita una relazione effettuata da medici affermati che dovrebbe essere prodotta alla Procura nei prossimi giorni. Si attendono ora le decisioni della Procura che a giorni dovrà infatti decidere se chiedere l’archiviazione o una proroga di indagine: infatti sembra che la svolta sul caso sia vicina. La cronistoria del fatti ricorda che dal 8 ottobre 2015, quando attorno alle 19.15 ci fu l’ultimo contatto di Mario Bozzoli con la moglie, poi sparito nel nulla, a oggi sostanzialmente il caso è stato definito come “molto complesso”. Il 13 ottobre la fonderia viene messa sotto sequestro: la Procura apre un’inchiesta per sequestro di persona. Il 14 ottobre scompare l’operaio Giuseppe Ghirardini, addetto ai forni della Bozzoli e il 18 ottobre il suo corpo senza vita viene rinvenuto a Case di Viso. Il 13 novembre i Ris affermano: «Ghirardini morto per avvelenamento da cianuro»: trovata nel suo stomaco un’esca per animali selvatici. Il 18 dicembre la Procura per la morte di Bozzoli indaga a piede libero i due nipoti Alex e Giacomo e gli operai Oscar Maggi e Abu.