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Ritratti di donne normali straordinarie: Laura Cotti Cometti

Laura arrossisce, abbassa lo sguardo di tanto in tanto e tormenta l’etichetta di una bottiglietta di plastica: è sempre stata una timida, una di poche parole. Che è sensibile lo dicono i suoi occhi, e poi lo dice anche lei, ammettendo che i primi passi nel mondo del lavoro non sono stati facilissimi. Laura è una nutrizionista e, da come ne parla, si vede che ama incredibilmente ciò che fa. All’inizio, però, la sua sensibilità la portava a tornare a casa con il vissuto degli altri sulle proprie spalle, a prendersi a cuore ogni singolo paziente. Poi, ha aggiustato il tiro.

È cresciuta in una famiglia che ha sempre dato al cibo l’importanza giusta, né troppa né troppo poca. La nonna che cucinava, i genitori insieme in cucina, l’hanno portata a considerarlo come quel collante che unisce famiglie e le generazioni.

All’Università inizia a studiare tutto ciò che riguarda le coltivazioni e l’ambiente, gli animali, per poi capire che non era il suo ambito e passare alla nutrizione. Un mondo talmente ampio che non sa ancora quale strada deciderà di percorrere, sa solo di voler aiutare tutte quelle persone che non hanno un bel rapporto con il cibo. E sono molte. Per questo, afferma di aver bisogno di una maggior formazione, motivo per il quale sta frequentando un master. «Ho paura di fare danni, di ferire quelle persone già ferite di per sé, di non essere all’altezza» dice non dando tregua alla sua bottiglietta. Se le competenze matureranno con il tempo, di certo c’è che il suo carattere la porta ad essere la persona giusta per affrontare problematiche di questo tipo. Perché Laura sa ascoltare, con gli occhi ben spalancati e una fossetta che spunta ad ogni accenno di sorriso.

Con una consapevolezza straordinaria dell’ambiente che la circonda, sa cosa non vuole fare: la nutrizionista che ti fa la dieta non la calcolatrice. «Le persone non hanno bisogno di calcoli, ma di essere messe al centro» e lei cerca di farlo al meglio delle proprie possibilità, riconoscendo i propri limiti e lavorando per superarli. Durante il lockdown Laura, oltre ad aver preparato un sacco di torte e biscotti, ha avuto modo di mettere in crisi tutto ciò che le era stato insegnato. Si è allontanata dai numeri, per avvicinarsi ai pazienti, ha scostato lo sguardo dalle tabelle per posarlo sull’ambiente esterno e da dietro i suoi occhiali neri, guarda con un po’ di amarezza alla diet culture che impregna la nostra società. Continuamente bombardati di corpi magri come siamo, di consigli per rimediare ai pranzi delle feste e di metodi per un dimagrimento super veloce assicurato, non possiamo restare indifferenti, non lasciarci toccare. «C’è bisogno di una ventata fresca e nuova» ma purtroppo non è così semplice e Laura lo sa bene. Ogni giorno cerca di fare del suo meglio, con i mezzi e le risorse che ha, per sradicare tutti quegli stereotipi nei quali siamo immersi e che riconosciamo solo con fatica, avendoli respirati da sempre.

Laura si chiede se prima o poi i giudizi sui corpi e sulle abitudini alimentari degli altri smetteranno di esistere. Lo ammette, anche lei – come tutti – lo faceva, finché poi si è accorta che dietro ad un piatto – troppo vuoto o pieno che sia – si nasconde un mondo molto più complesso. Si nasconde la sofferenza di chi ogni giorno deve scontrarsi con i commenti degli altri e le proprie paure. Non è un ambito facile, e Laura lo sa. Ma va avanti, ogni giorno cercando di fare meglio di quello precedente.

Diceva di non essere straordinaria, ma lo è.

                                        Maria Ducoli

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