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Ritratti di donne normali straordinarie: Elisa Martinelli

Elisa si aggiusta gli occhiali e mi chiede se sia proprio sicura: lei non è straordinaria, non le sembra di avere nulla da dire. Poi parte, e di cose ne dice tantissime. Quello che fa è un racconto di grande intraprendenza e passione, di salti nel vuoto e determinazione.

Da giovanissima – complice l’azienda di autotrasporti della famiglia – si appassiona ai viaggi, alle sveglie all’alba e alle giornate con lo zaino in spalla, a vedere qualcosa di nuovo. Ma se ad Elisa sono sempre piaciute le partenze, non ha mai amato di meno i ritorni.

Qualche lacrima le scorre sul viso nel momento in cui va a Parma per cominciare l’università, Beni Culturali, ma Elisa sa che quello non sarebbe stato un addio alla Valle quanto un arrivederci. Infatti, il weekend dopo torna, e poi anche quello dopo ancora. Elisa torna sempre perché le sue radici sono tanto forti quanto i suoi sogni. Dopo la triennale, inizia ad insegnare alle elementari, e nel mentre completa gli studi. Una volta laureata, decide di formarsi sulla Valle e scopre che quello che pensava essere un piccolo fazzoletto di terra nasconde tesori preziosi, un mondo culturale brulicante in attesa di esplodere. Partecipa a tutti i corsi possibili e immaginabili, dalle campagne di scavi ai corsi sull’insegnamento dell’arte locale. Guardare il territorio con gli occhi degli altri, le permette di vedere tutta la bellezza della Valle, la stessa che dava – e diamo – spesso per scontato. Poi partecipa al progetto pilota del Distretto Culturale dal quale anni dopo nasce Voilà: una ventata d’aria fresca, dal profumo dei sogni e dell’intraprendenza di tre giovani ragazze, una cooperativa nata un po’ per caso e proseguita per scelta, con dedizione e coraggio. Certo, non senza difficoltà. Non senza l’impulso di mollare, di tanto in tanto. Ma mai per davvero, forse. Perché Elisa e Claudia – la metà riccia di Voilà – si accendono quando parlano della loro cooperativa, una scintilla attraversa i loro occhi e si capisce che, per quante difficoltà possano incontrare, la loro forza sta nella passione e nella determinazione che riversano nel loro lavoro.

Elisa ogni mattina si mette al volante per raggiungere le scuole più disparate nelle quali fa supplenze più o meno lunghe. È la maestra simpatica, che porta in classe la propria frizzantezza contagiosa. Fare le sostituzioni non è facile, sei perennemente in una terra di mezzo, insegnante ma con una data “di scadenza”, collega ma sempre ultima arrivata. I ruoli e le possibilità sono diversi, i gruppi già formati e i bambini non sempre fai in tempo a conoscerli davvero, ma Elisa sembra vedere sempre cogliere il lato positivo.

 «Mi piace, ma non potrei mai farlo per tutta la vita». È troppo dinamica, troppo attiva, con una soglia della noia troppo bassa, a suo dire. Infatti, fa mille cose, destreggiandosi tra la scuola, Voilà e le sue bambine. Essere diventa mamma ha rimesso in prospettiva molte cose, le esigenze sono cambiate, i tempi anche. Elisa affronta le difficoltà lavorative con meno apprensione, guardando gli aspetti positivi, lo ribadisce. È fortunata perché può contare sull’appoggio della sua famiglia e, si sa, le cose brutte non sono poi così brutte se condivise. Il carico si alleggerisce, gli scogli sembrano meno insormontabili. Nonostante ciò, è difficile rispondere «non so» quando ti chiedono a che ora arrivi la sera, è difficile fare progetti per il giorno dopo e poi dover stravolgere tutto all’ultimo. Lo dice un po’ dispiaciuta, con l’espressione di chi quel “difficile” non l’ha detto a caso, ma lo sente scottare sulla propria pelle. È una questione di attimi, Elisa si ravviva subito «ne vale la pena, sempre».

                                            Maria Ducoli

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