Giovedì 7 dicembre gli agenti delle Digos di Como, Brescia, Genova, Lodi, Mantova e Piacenza hanno svolto una serie di perquisizioni disposte dalla procura di Como nelle abitazioni di skinheads, coinvolti nella vicenda dell’interruzione dell’assemblea di “Como senza frontiere” del 28 novembre scorso.
L’attività della Digos è scattata all’alba ed è stata avviata con il servizio per il contrasto dell’estremismo e terrorismo interno della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos. Si tratta di tredici controlli che hanno riguardato le residenze delle persone coinvolte, tra cui anche due bresciane. Sono tutti legati al gruppo di estrema destra del Veneto e accusati di violenza privata in concorso. Per quanto riguarda gli attivisti residenti a Como, la questura ha dato un avviso orale, agli altri presenti nelle varie province è stato notificato, invece, un foglio di via obbligatorio. “Gli investigatori, con le riprese audio-video, hanno individuato tutti i responsabili dell’azione, noti appartenenti al gruppo di destra, già evidenziatisi per la partecipazione a iniziative propagandistiche in varie località del territorio nazionale e in alcuni casi per il compimento di illegalità e azioni violente” si legge in una nota. Nel corso dei blitz sono stati sequestrati computer e tablet che saranno valutati dalle autorità antiterrorismo.