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Incendio Campolaro

Processo a Brescia per il rogo di Campolaro

Si è svolto questo lunedì mattina 23 aprile  presso il tribunale di Brescia il processo per l’incendio che il 4 gennaio 2017 ha distrutto 257 ettari di cui 98 ettari a bosco misto, ceduo e alto fusto e 162 di pascolo d’alta quota, sopra Campolaro, lungo la strada propvinciale 345 del Passo Crocedomini.

Il lavoro di spegnimento e messa in sicurezza della vasta area colpita da un fuoco che nelle prime ore sembrava indomabile aveva richiesto ben 2340 ore di volontari oltre ai mezzi in azione, 1 Canadair e 3 elicotteri di regione Lombardia. Unico imputato per il disastro è il giovane Oscar Bellicini di Bienno, che in seguito alle prime indagini coordinate dal pm Ambrogio Cassiani venne arrestato e per qualche giorno rimase in carcere, quindi scarcerato su ordine del Tribunale del riesame in quanto non venivano ravvisati gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Questa mattina si è aperta dunque la prima udienza del processo che ha visto sfilare testimoni dell’accusa e della difesa, oltre a testimoni delle parti civili. Molto attesa la deposizione del Maresciallo dei carabinieri forestali Riccardo De Gennaro che è stato sentito a lungo per la ricostruzione degli elementi a carico degli inquirenti. LA difesa di Oscar Bellicini ha sentito a lungo il maresciallo De Gennaro, contestando la finestra di osservazione delle auto in transito di quel 4 gennaio lungo il tratto della strada del Crocedomini sotto Campolaro definita are 51: dalle 15.13 alle 15.17 è l’arco di tempo nel quale il possibile piromane si sarebbe mosso nell’area. Sarebbe stata riconosciuta l’auto, mentre di altre due auto in transito non sarebbe stato possibile risalire ai proprietari. Anche Oscar Bellicini è stato sentito e avrebbe affermato di essersi trovato in zona per cercare legni che gli servivano per i presepi, scendendo dallo sterrato della strada di Salice, che da sotto Campolaro sbuca al tornante n.5 della strada provinciale 345, lasciandosi alle spalle la zona, coperta a fitta vegetazione, senza possibilità di vedere cosa stia accadendo in alto. Tesi sulla quale ha lavorato a lungo l’avvocato Ennio Buffoli, difensore di Bellicini. Tesi peraltro che sarebbe stata contestata dagli avvocati di parte civile che rappresentano i Comuni di Breno , di Bienno e la Comunità Montana di Vallecamonica. Anche le intercettazioni telefoniche di cui si è parlato subito all’atto dell’arresto di Oscar Bellicini, pare non abbiano portato a nulla di concreto: tra il padre ed il fratello di Oscar si sono svolti dialoghi riconducibili e ragionamenti generici, in dialetto biennese, tradotto e controllato da due diversi esperti nominati dal Tribunale. Per questa e per altre ragioni l’avvocato della difesa ha messo in luce aspetti dell’inchiesta che non convincono. Al termine dell’udienza il Pm Cassiani ha chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi per incendio doloso da comminare all’imputato. Il Giudice Riccardo Moreschi, della seconda sezione penale del tribunale di Brescia, cui è affidato il processo, ha aggiornato la prossima udienza a lunedì 9 luglio dive verranno ascoltate le richieste delle parti civili, l’arringa della difesa, cui seguirà la camera consiglio che dovrà emettere la sentenza del tribunale di primo grado.

 

 

 

 

 

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