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Massimiliano Franchetti, primo cittadino di Castione Andevenno, ha rassegnato le sue dimissioni da presidente dell’Assemblea d’ambito in segno di profonda contrarietà con le varie posizioni che emergono sul tema sanità.

Nella lettera inviata all’Ats della montagna e a tutti i colleghi sindaci della provincia di Sondrio Franchetti parla espressamente di delegittimazione dell’operato degli amministratori, della politica scavalcata dai tecnici e sono additate quelle posizioni che tendono ad escludere di fatto l’operato politico locale come interlocutore deputato alle decisioni in materia di politica sanitaria provinciale, attraverso una sistematica opera di delegittimazione e divisione faziosa dei sindaci per trasferire compiti esclusivamente politici a soggetti tecnici esterni. Una presa di posizione che suona tanto come provocazione per fare emergere un malcontento da tempo latente. Le dimissioni sono state rassegnate proprio all’indomani della “chiacchierata” sulla sanità con il presidente della Provincia Elio Moretti, il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini e i nuovi dirigenti di Asst e Ats: sarebbero state proprio le parole di Moretti sul metodo di lavoro da seguire che hanno fatto breccia in diversi amministratori. Moretti aveva detto che «La politica farà la sua parte, ma deve innanzitutto lasciar lavorare i professionisti della sanità, tenere i toni bassi e usare molto buon senso. Gli ultimi tre anni non sono certo stati positivi per la sanità, bisogna invertire la tendenza. La politica deve lasciar lavorare quelli che sanno svolgere questo mestiere, non sempre dar voce a certi mal di pancia può fare del bene». Una posizione espressa anche dall’assessore regionale Massimo Sertori. In diversi si sono a quel punto chiesti: «Da quando sono i tecnici a dettare la linea alla politica?» e questo pensiero è stato propedeutico alla lettera del sindaco di Castione. Ora dunque sul tavolo della discussione in materia sanitaria ci sono anche le dimissioni di Franchetti.