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“Perché va rivista la Riforma dello Sport” a cura di Diego Invernici, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia

La riforma dello sport va cambiata, le norme a suo tempo approvate mettono a rischio la sopravvivenza delle piccole realtà sportive.

Ho incontrato, insieme al Sottosegretario Regionale allo Sport Lara Magoni, numerose associazioni, società, gruppi sportivi del territorio ed altre realtà operanti in Lombardia. Dal confronto sono state evidenziate diverse criticità sulla norma a suo tempo emanata: nel merito il testo normativo presenta ruoli e profili eccessivamente complessi, rispetto agli adempimenti che si devono assolvere a livello amministrativo, fiscale e tributario, per i quali le realtà sportive devono essere affiancate da specifiche figure professionali.

In un contesto che vede BRESCIA al terzo posto in Regione per numero di tesserati sportivi,  262.848 su un totale lombardo di 2.800.000, gli effetti causati dai complessi adempimenti burocratici, imposti dalla Legge vigente, sono deleteri.

Dall’ascolto è nata una puntuale iniziativa politica: sono intervenuto, quale primo firmatario della mozione presentata in Consiglio Regionale volta a semplificare le norme, a beneficio delle 15.277 Associazioni/Società sportive dilettantistiche lombarde, di cui 1982 operanti nel territorio bresciano. Un tessuto importante, ben radicato e sviluppato, dove le piccole realtà sportive svolgono anche una funzione sociale, pedagogica e volta allo sviluppo integrale dell’individuo. A supporto dell’importante attività educativa e del benessere personale, in Lombardia sono operativi 13.185 impianti sportivi, a Brescia si contano 1.908 strutture.

Regione Lombardia ha fatto negli anni la sua parte per agevolare la pratica sportiva, sostenendo economicamente le famiglie e le realtà sportive. Solo per citare alcuni interventi regionali degli ultimi due anni, con la misura “dote sport”, si è devoluto al nostro territorio 2.616 doti, per un totale di 261.574 euro; con il bando manifestazioni ed eventi sportivi 2023/2024, sempre nel bresciano sono state finanziate 30 domande, per un totale di 357.010 euro e con il Bando sostegno attività associazioni/società 2022, sono state finanziate 212 domande, per un totale di 408.089 euro. Numeri importanti per un territorio vasto e dinamico come il Bresciano, che ha potuto contare anche su risorse economiche per la realizzazione dei investimenti infrastrutturali da parte della Regione Lombardia, come i due milioni per gli impianti sportivi dell’università degli studi di Brescia ed i 31.485.00 euro ottenuti dalla legge 9, il cosiddetto “Piano Lombardia”.

La finalità della revisione delle norme vigenti è chiara: è necessario rimuovere gli onerosi adempimenti contenuti nell’impianto normativo, che rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza delle numerose realtà sportive, specialmente quelle a carattere dilettantistico e di piccole dimensioni. La norma deve tener conto che le piccole realtà sportive, ASD, gruppi dilettantistici, amatoriali rappresentano l’ossatura del sistema sportivo, offrendo un luogo di educazione, formazione ai valori dello sport quali la solidarietà, l’integrazione, il rispetto e momenti di socialità per le piccole comunità: se a queste realtà si impongono adempimenti sostenibili solo, per la complessità, a soggetti strutturati, si creano i presupposti per mettere a rischio la sopravvivenza di quelle minori. Un cambio di rotta è necessario!

Altro tema importante è rappresentato dal livello di sostenibilità economica: grava sui bilancio societari l’aumento dei costi a causa dell’aggravio burocratico e dagli adempimenti previsti dalla Riforma, fra cui l’obbligo di aprire la partita IVA per lo svolgimento, in via continuativa, dell’attività di gestione sportiva, anche dilettantistica. Così come la duplicazione degli adempimenti amministrativi e fiscali per l’anno 2023 come, ad esempio, per la Certificazione Unica e il versamento dell’IVA e del credito d’imposta. Come ribadito dal Sottosegretario Regionale Magoni, ogni cambiamento necessita di tempo e confronto al fine di ottenere il migliore risultato. Infine, dobbiamo assolutamente evitare di arrivare alla scadenza del 30 giugno 2024, con le attuali norme, che prevedono, in caso di mancato adeguamento dello Statuto degli enti sportivi ai nuovi principi decretati dal D.lgs. 36/2021, la cancellazione d’ufficio dell’ente sportivo dal Registro Nazionale delle Attività Dilettantistiche (RASD), con la conseguente impossibilità di beneficiare di contributi pubblici.

Lo scenario sopra prospettato ha convinto la totalità dell’aula del Consiglio Regionale ( ad accezione dell’astensione del M5S) ad approvare la Mozione da me proposta, atto che conferisce il mandato politico al Sottosegretario Magoni di chiedere al Governo, durante la Conferenza Stato Regione, un intervento migliorativo della Riforma dello Sport approvata dalla precedente legislatura.

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