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Per i Bufo bufo è tempo di migrare: guardiani attivi per proteggere i rospi

I guardiani del Bufo bufo, meglio conosciuto come rospo comune, torneranno in azione nella zona del lago di Endine, quello di Gaiano e sul Sebino.

All’inizio di ogni primavera i rospi migrano per la riproduzione, portandosi dagli ambienti abituali ai nostri laghi.  Questi spostamenti durano alcuni giorni, durante i quali gli animali percorrono alcuni chilometri muovendosi quasi tutti contemporaneamente dal crepuscolo fino a notte fonda. In generale l’attività inizia verso la fine dell’inverno, quando gli animali abbandonano i loro rifugi nei boschi e, soprattutto durante le serate piovose, si recano in massa verso i laghi e gli stagni dove avrà luogo la riproduzione. Questa migrazione notturna collettiva, che a dipendenza dal luogo può protrarsi dalla prima decade di marzo fino a maggio inoltrato, coinvolge spesso migliaia di animali. Il fenomeno si manifesta in modo appariscente soprattutto quando i rospi, per raggiungere il sito di riproduzione, devono attraversare strade a forte traffico, subendo talvolta enormi perdite. Per limitare le perdite i volontari sistemano protezioni  che impediscono ai rospi di invadere la carreggiata raccogliendoli nei secchi che successivamente vengono svuotati dall’altra parte dalla strada o condizionando il loro percorso obbligandoli verso i cosiddetti tombotti che collegano le due sponde del senso di marcia  Dopo un periodo di permanenza nell’acqua di 5-14 giorni, la maggior parte delle coppie inizia la deposizione, che può durare circa una settimana. Le piccole uova nere, emesse dalla femmina in due lunghi cordoni gelatinosi, vengono subito fecondate esternamente dal maschio. Muovendosi, la coppia fa sì che i cordoni restino impigliati, ben tesi, nei rami e nella vegetazione del fondo. Terminata la fase riproduttiva i rospi rientrano nel bosco, dove nelle notti piovose, quando la temperature supera i 12 °C, cacciano gli artropodi e i lombrichi di cui si nutrono.

Da giugno  i piccoli rospetti , lunghi circa 1 cm, lasciano laghi e stagni, talvolta in massa e anche in pieno giorno, per infilarsi nei boschi, dove nello spazio di qualche settimana assumono il comportamento notturno degli adulti. A partire dall’inizio della migrazione fino a quando i rospi non saranno tornati nei boschi, i volontari si alterneranno al fine di raccogliere e salvare quelli che sfuggono alle barriere, rimettendoli al sicuro. Durante queste operazioni di salvataggio vengono raccolte informazioni sugli animali e sulla temperatura dell’acqua. Questi dati vengono riuniti in un’apposita banca dati generale del «Progetto Rospi» nato nel 1990 in Lombardia (grazie al quale da poco meno di 10mila anfibi salvati nel 1992 si è passati ai 48.500 di oggi nell’intera regione).

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