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Nessun rischio chiusura per l’ospedale di Iseo, ma stop alle nascite

L’ospedale di Iseo non chiuderà, ma e necessario cominciare a ragionare senza il reparto di natalità con la sala parto. Lo ha ribadito, davanti ai sindaci del lago Mauro Borelli direttore dell’AST di Franciacorta. “Non c’è l’intenzione di chiudere – ha detto – e lo dimostra il fatto che stiamo investendo alcuni milioni di euro in opere strategiche” In tempo di Covid , che continua, le donne che dovevano partorire sono state indirizzate a Chiari, Una lunga trasferta accettata per via del rischio contagio. Bisognerà attendere la fine dell’emergenza per capire qualcosa di più, anche se lo stesso Borelli è stato abbastanza chiaro. Appena circolata la notizia della probabile chiusura della sala parto si è costituito un comitato di protesta . “Crediamo  che la vicinanza al territorio delle strutture sia uno degli elementi che contribuiscono alla prevenzione, e spostare il riferimento ospedaliero di 25 chilometri non può essere considerato vantaggioso da nessun punto di vista per gli abitanti del lago, un bacino di utenza di 60.000 residenti tra sponda bresciana e bergamasca, escludendo la Franciacorta». Sui due piatti della bilancia ci sono due visioni contrastanti: la sicurezza e la comodità In merito ai Punti Nascita, Ginecologi, neonatologi e pediatri hanno le idee chiare “Tenere aperti reparti con meno di 500 parti mette a rischio la salute di mamme e bambini. Avere la possibilità di partorire sul proprio territorio, ma mettere a rischio la salute e il benessere del bambino e della madre è una scelta che le Società Scientifiche non condividono. I dati scientifici a disposizione, in un tempo in cui l’età media della partoriente è sempre più alta, obbligano a scegliere la sicurezza piuttosto che la comodità”,  hanno scritto tempo addietro, in una nota congiunta Aogoi, Sigo, Sin e Sip.

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