Un teatro del sacro popolato di sculture, per suscitare devozione e meraviglia: ne è protagonista Pietro Bussolo, interprete tra i più aggiornati nel campo della scultura lignea lombarda tra Quattrocento e Cinquecento, che da Milano, dove lavora a stretto contatto con Donato Bramante, mette radici nei territori della Serenissima, incaricato di importanti commissioni tra Bergamo, Brescia, Salò e il Garda.
La mostra “Nel segno del Rinascimento. Pietro Bussolo scultore a Bergamo”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo con la collaborazione della Diocesi di Bergamo e il sostegno di Banca Popolare di Bergamo, sarà allestita dal 29 aprile al 3 luglio 2016 nella suggestiva Sala della Capriate del Palazzo della Ragione in Piazza Vecchia, con la collaborazione di prestigiose istituzioni culturali quali il Luogo Pio Colleoni, la Fondazione MIA, il Museo Diocesano A. Bernareggi e il Museo della Basilica di Gandino.
Un’attenta ricognizione del patrimonio artistico bergamasco ha consentito di individuare tra la città e le valli un significativo gruppo di sculture inedite, esposte in mostra dopo un accurato restauro, che hanno dato il via ad un’affascinante rilettura della personalità dello scultore Pietro Bussolo (Milano circa 1460 – Bergamo 1526), al passo con i tempi nella creazione di quelle articolate macchine sceniche di forte impatto architettonico che erano i polittici, abitati da immagini sacre, ideate dall’artista con forte realismo, in un dialogo diretto con lo spettatore.
Il San Bernardino dell’omonima chiesa in Borgo Pignolo, la Madonna con il Bambino di Santo Stefano degli Angeli, la Madonna con il Bambino del Santuario di Nese e il Crocifisso della parrocchiale di Gromo, simile al già noto Crocefisso di Fontanella al Monte: queste le novità più eclatanti della mostra cui si affiancheranno le statue di San Bernardino e di Sant’Alessandro, la Madonna con il Bambino e l’Ecce homo, per una prima ricostruzione del disperso polittico di Santa Croce di Gandino.
Il progetto scientifico della mostra, a cura di Marco Albertario, Monica Ibsen, Amalia Pacia e M. Cristina Rodeschini, si propone di far conoscere al pubblico lo scultore milanese nella sua duplice veste di inventore di ancone, ideate nella più genuina tradizione rinascimentale, e di sculture pensate come “presenze” vive, capaci di suscitare sentimenti ed emozioni, ricreando il senso di stupore e di famigliarità che il sacro sapeva destare nella gente.
In questo senso, si è scelto di accostare alle sculture alcuni esempi di pittura su tavola, di oreficerie e di manufatti tessili, cronologicamente coevi, per ricreare lo spazio privilegiato della devozione, nel confronto suggestivo di tecniche e linguaggi espressivi, suggerendo in particolare il tema della collaborazione tra intagliatore e pittore, responsabile della policromia e delle finiture in oro.
Il focus della mostra è Bergamo che, con la rapida sequenza degli interventi di Amadeo nel cantiere della Cappella Colleoni e di Donato Bramante sulla facciata del Palazzo del Podestà, rappresenta uno degli snodi culturali più importanti del territorio lombardo nell’ultimo quarto del Quattrocento. In tale contesto Bussolo inizia ad operare intorno alla metà degli anni ’90, già artista maturo e tuttavia capace di modificare il suo linguaggio a contatto con la cultura veneta presente in città, assimilata anche nella provincia di Brescia e nell’area del Garda in cui sarà particolarmente attivo.
L’attività di Bussolo e della sua bottega coinvolge un’area molto estesa. Così, la mostra prosegue idealmente in città e sul territorio, con una mappa di percorsi di approfondimento alla scoperta delle opere che sono rimaste nelle loro sedi originarie. La sezione dei Contesti accompagna nei principali luoghi della cultura artistica del Quattrocento a Bergamo: la Cappella Colleoni e il Luogo Pio della Pietà, con le sculture di Giovanni Antonio Amadeo; il coro della Basilica di Santa Maria Maggiore, con un documentato intervento di Bussolo; il Palazzo del Podestà veneto in Piazza Vecchia affrescato da Bramante che, con il vicino Museo del Cinquecento, rievoca il contesto storico.
Si dipanano dalla città alle valli i Percorsi, pensati per far conoscere le opere dello scultore nel loro contesto d’origine. Dopo la tappa cittadina al Museo Adriano Bernareggi – dove è esposta l’ancona proveniente dalla chiesa di Sant’Andrea di Villa d’Adda, tra le più precoci attestazioni di Bussolo in Bergamasca (prima del 1495) – il tour si snoda in Val Seriana, coinvolgendo i polittici delle chiese di San Bartolomeo ad Albino e di Desenzano al Serio, il patrimonio artistico del Museo della Basilica di Gandino, la chiesa di Gromo San Marino con l’ancona della Resurrezione. Per finire a Pagliaro (Algua) con la chiesa del Corpus Domini.
Completa l’esposizione un catalogo (Lubrina Editore) a cura di Marco Albertario, Monica Ibsen, Amalia Pacia, con contributi di Flora Berizzi, Francesca Buonincontri, Carlo Cairati, Jessica Gritti, Chiara Paratico, Gianmario Petrò, M. Cristina Rodeschini, Francesca Tasso, Silvio Tomasini.