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Una mozione presentata da Lara Magoni (Lista Maroni) e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta del 4 luglio impegna la Giunta a promuovere, nell’ambito di un programma quadro denominato “Montagna 2.0”,  un progetto che comporti la condivisione territoriale di interventi ambientali e di sviluppo dei territori che hanno grandi derivazione ad uso idroelettrico in prosecuzione temporanea. Il documento a tal fine chiede passi formali attraverso la Conferenza Stato Regioni per chiedere una modifica al decreto legislativo del 2012 che ha stravolto i criteri di rinnovo delle concessioni di grande derivazione “a danno dell’interesse pubblico”.

Come spiegato dal Sottosegretario alla Montagna Ugo Parolo, sono scadute le concessioni di metà degli impianti lombardi e allo stato attuale non possono essere rinnovate sino al 31 dicembre di quest’anno. Parolo ha ricordato come la Lombardia produce il 25% dell’energia elettrica nazionale, pari a circa 4 milioni di kilowatt per un indotto complessivo che fino a un paio di anni fa superava il miliardo di euro.

Durante la discussione hanno preso la parola i Consiglieri Corrado Tomasi (PD), Donatella Martinazzoli (Lega Nord), Dario Violi (M5Stelle), Fabio Fanetti (Lista Maroni) e Roberto Bruni (Patto Civico).
Il Consiglio, sempre all’unanimità, ha approvato anche un emendamento presentato dalla relatrice Lara Magoni su sollecitazione di Dario Violi (M5Stelle), con il quale si impegna la Giunta regionale a promuovere un percorso in condivisione con i territori affinchè i canoni che la Regione introita dagli impianti idroelettrici possano rimanere sui territori dove sono presenti i medesimi impianti.