Il TAR di Brescia ha accolto il ricorso dell’amministrazione comunale di Marone, che aveva chiesto di potere riottenere la libera gestione delle risorse idriche territoriali: ora la “palla” passa ancora in mano all’Ambito Territoriale , che dovrà presentare le proprie ragioni alla Camera di Consiglio del Tribunale entro la fine di Novembre. Nel maggio scorso l’ATO – che spinge per il “Gestore Unico” delle risorse idriche in ambito provinciale – aveva ritenuto improponibile la richiesta dell’amministrazione di continuare a gestire in forma autonoma (o “in house”) il ciclo idrico integrato delle acque, attraverso la società partecipata Sebino Servizi. Il TAR, dopo avere attentamente analizzato la questione, ha “congelato” la decisione dell’ATO e ha ridato provvisoriamente pieno potere al comune. La questione farà giurisprudenza: Marone è il primo comune bresciano ad avere riottenuto di gestire in proprio acquedotti e sorgive. Ora anche altri comuni (in Vallecamonica sono diversi) possono tornare a sperare. Entro la fine di dicembre, la diatriba potrà avere finalmente una soluzione definitiva.
CASE DELLA COMUNITA’: LEGAMBIENTE BASSO SEBINO, INVESTIMENTI
Tra i tanti aspetti negativi del PNRR, 200 miliardi di spesa a debito senza analisi costi-benefici, come il progetto dei treni ad Idrogeno della Brescia