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L’ira di Fontana: “Il lockdown è uno schiaffo in faccia ai lombardi”

Attilio Fontana e Giuseppe Sala, per una volta allineati. Forse avrebbero preferito evitare, ma la decisione del Governo di istituire una zona rossa in Lombardia e il regime di lockdown che ne deriva scontenta entrambi allo stesso modo. Secondo il Presidente della Lombardia, scelte e modalità con cui esse sono state comunicate rappresentano uno “schiaffo ai lombardi”. «Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile. A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata – sottolinea Fontana –: informazioni vecchie di 10 giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica. Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, negli ultimi giorni, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita».

D’altro canto, il sindaco di Milano ha mantenuto una posizione conciliante verso il Governo sino al tardo pomeriggio di ieri, esasperato dalla mancanza di comunicazioni a proposito della zona rossa e della relativa ordinanza. Ma il tono del post pubblicato su Facebook ha mantenuto lo spartito della collaborazione istituzionale. «Le decisioni del Governo vanno rispettate e applicate. La tutela della salute dei cittadini è il primo bene da proteggere. Si tratta certamente di misure severe. Accolgo con favore la conferma delle lezioni in classe per gli studenti fino alla prima media. Non posso non dispiacermi per i ragazzi e le ragazze che non potranno frequentare i loro istituti scolastici. La scuola in presenza, per il suo valore educativo e sociale, resta una delle risorse principali da preservare. Continuerò a battermi affinché gli aiuti a favore di tutte le categorie penalizzate dalla chiusura vengano immediatamente erogati. Per questo – promette ancora Sala – sono pronto da subito a farmi portavoce delle loro istanze in tutte le opportune sedi».

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