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“Le direttrici strategiche del turismo”

Nella foto il Ministro Santanchè e gli studenti

 

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha rilanciato, da Bergamo, l’obiettivo strategico del Governo di puntare sullo sviluppo del settore turistico come uno dei motori fondamentali per la crescita economica del Paese, a chiusura del convegno “Le direttrici strategiche del turismo” promosso nella mattinata di lunedì 15 maggio dall’Università degli studi di Bergamo
Gli ultimi dati testimoniano il boom del turismo nella provincia di Bergamo nei primi mesi del 2023, grazie all’effetto traino del titolo di Capitale italiana della Cultura, condiviso con Brescia: secondo il report recentemente diffuso da Visit Bergamo, nel primo trimestre di quest’anno gli arrivi sono cresciuti del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Concentrandosi solo sul capoluogo, la città di Bergamo ha registrato nel primo trimestre 2023 un aumento record di presenze: +21% rispetto al 2019, periodo pre-pandemia, per un totale in valore assoluto di oltre 186.000. Record che si aggiungono ad altri record: quelli dell’aeroporto di Orio al Serio, che punta a chiudere il 2023 superando i 15 milioni di passeggeri.
Il convegno, che ha visto la presenza di diversi rappresentanti delle istituzioni, degli enti locali, delle comunità montane e delle principali associazioni operanti nel mondo del turismo del territorio, oltre al coinvolgimento di un folto gruppo di studenti, ha rappresentato l’occasione per presentare lo stato di avanzamento delle principali direttrici strategiche, e di alcuni dei progetti già in corso di svolgimento, frutto del lavoro svolto nel corso di questi anni dal Tavolo di governance territoriale “Bergamo 2030” coordinato dalla Camera di Commercio con la partecipazione delle istituzioni locali, dell’Università e delle principali associazioni di categoria.
Nel corso del convegno, il professor Angelo Di Gregorio ha presentato il “Piano strategico del turismo 2023-2027”, con cui l’Italia si propone l’ambizioso obiettivo di cambiare la visione percepita del settore, scardinando “quella percezione di artigianalità dominante che talvolta ne mina la reputazione, specialmente a livello internazionale – si legge nel Piano – e viceversa mantenere e valorizzare originalità e unicità”. Secondo il Piano, il turismo va oggi visto come industria e, in quanto tale, “necessita di una programmazione economica pluriennale”, che abbia come faro la transizione verde e quella digitale.
Cinque i pilastri strategici individuati: governance partecipata Stato-Regioni, Innovazione e digitalizzazione dei servizi turistici, qualità ed inclusione per favorire l’accessibilità, formazione in carriere a vocazione turistica, e sostenibilità sociale e ambientale.
Nel corso del loro intervento, la prorettrice Elisabetta Bani e la professoressa Federica Burini hanno evidenziato come la crescita dell’industria turistica debba innanzitutto passare dalla formazione e dalla ricerca sul campo. Per questo l’Università degli studi di Bergamo ha investito molto nei percorsi formativi legati al turismo, che costituiscono un asset consolidato della proposta dell’Ateneo. Sono tre i percorsi a vocazione turistica di UniBg, dal triennio al dottorato di ricerca: si va dal corso di studi triennale in Lingue e Letterature Straniere Moderne con curriculum in Turismo Culturale, al corso di laurea magistrale in Planning Management of Tourism Systems, fino al dottorato di ricerca di tre anni in Studi umanistici transculturali, in cui tra l’altro vengono sviluppati due progetti di ricerca finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, uno sulla “Valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale in Regione Lombardia” e uno sulle “Nuove geografie e nuove aree emergenti per lo sviluppo strategico in provincia di Bergamo”.
“Il Piano Strategico del Turismo 2023-2027, quale documento programmatico di indirizzo, nel tracciare le linee di sviluppo del prossimo futuro del turismo nel solco delle linee guida europee ed internazionali, segna un importante cambio di passo nella gestione del settore. Esso fornisce, infatti, un assetto unitario, ponendo l’accento su un sistema organizzato per la gestione integrata dell’ecosistema industriale del turismo, composto da una varietà ampia di attori, pubblici e privati, portatori di istanze specifiche cui le policy individuate, sia quali misure trasversali che verticalmente intese nella loro declinazione settoriale, forniscono concrete risposte, espresse in chiave di progettualità. Sullo sfondo, poi, è disegnato un sistema di governance partecipata e condivisa Regioni-Stato, in grado di creare valore reale e diffuso sui territori, promuovendo la transizione verde e digitale del settore ed accrescendo l’esperienza turistica dei viaggiatori” ha dichiarato Angelo Di Gregorio, professore di Economia e Gestione delle imprese all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e direttore scientifico del Criet.

 

 

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