Blitz dei carabinieri di Breno nella tarda serata di giovedì 28 luglio ad Artogne dove è stata scoperta una fabbrica abusiva diretta da una imprenditrice cinese che dava lavoro anche a operai italiani.
Si tratta di un laboratorio di confezionamento di abiti con operai italiani e cinesi, tutti al lavoro in nero. L’attività era completamente sconosciuta agli Uffici del Comune. La cinese titolare dell’impresa individuale, una 52enne residente ad Artogne, con sede legale a Prato e sede operativa ad Artogne è stata denunciata. Oltre alla donna i militari dell’Arma hanno sorpreso nel laboratorio altre 13 persone, 10 delle quali erano impegnate a confezionare capi d’abbigliamento: 7 italiane, tutte residenti in zona e 3 cinesi regolari sul territorio italiano e domiciliati ad Artogne. Altre 3 cinesi, una delle quali sprovvista di permesso di soggiorno, sono state trovate mentre riposavano in una stanza da letto: pare che fossero addette al turno di notte.L’attività del laboratorio è stata sospesa e la titolare è stata inquisita poiché occupava alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno o con permesso senza richiesta di rinnovo nei termini previsti. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per 35mila euro e per una donna clandestina è scattata l’espulsione.