«Casa fò Mars». È così che viene chiamata in dialetto la cacciata di marzo, una delle tradizioni che sta sopravvivendo al mutamento del mondo agropastorale e che mantiene tuttora una certa vitalità in molti dei paesi delle valli bergamasche. Protagonisti di questa antica tradizione erano, una volta come adesso, i giovani che il 31 marzo sfilavano per le contrade suonando tutto quanto era in grado di far rumore: brunze, ciocòcc e schèle (campanacci), tole (scatole di latta) e corni.
La tradizione che resiste
«Ancora oggi, la sera del 31 marzo a Zogno si ripete questo rituale antico –spiega il delegato allo Sport del Comune di Zogno, Diego Donadoni-. Si tratta di un’usanza che ha la funzione propiziatoria di facilitare il risveglio della natura e di dare il benvenuto alla primavera; un vero è proprio rito di passaggio di stagione, tanto necessario quanto sentito da tutte quelle comunità che un tempo fondavano la propria esistenza sullo sfruttamento delle risorse naturali».
L’appuntamento è fissato alle ore 20 presso l’area Mercato, da qui si snoderà poi il lungo corteo per le vie del centro cittadino con arrivo presso l’Oratorio dove ad attendere gli uomini in tabarro, bambini e famiglie, ci saranno il grande falò e gli stands che offriranno vin brulè e the caldo a tutti. Anche quest’anno saranno premiate le due file di tole più lunghe.
Quest’anno la tradizione sposa la tecnologia. «In questa serata, diventata ormai imperdibile per famiglie, bambini e per i giovani, abbiamo pensato di effettuare riprese video durante l’evento -spiega il vicesindaco delegato al Turismo, Giampaolo Pesenti-. Una bella novità, per dare un tocco di spettacolarità ed originalità a questa tradizione che si tramanda dalla fine del ‘700».
Informazioni su: zognoturismo.it.