La definizione di stipsi o stitichezza è la presenza di meno di 3 evacuazioni settimanali ed è dovuta ad un transito intestinale rallentato.
E’ una condizione molto diffusa, soprattutto negli anziani principalmente per 4 motivi: 1) Gli anziani spesso assumono farmaci che possono, come effetto collaterale, provocare stipsi 2) Bevono poco in quanto in età avanzata lo stimolo della sete viene percepito molto meno 3) Per patologie articolari o di altra natura, tendono a fare meno esercizio fisico 4) Problemi dentali possono impedire una corretta masticazione e quindi un congruo consumo di frutta e verdura.
La stipsi a lungo andare crea delle conseguenze, le più frequenti delle quali sono le emorroidi e i diverticoli. Le emorroidi sono delle dilatazioni venose situate nel canale anale. Vengono classificate in 3 gradi: le emorroidi di primo grado sono quelle interne, quelle di secondo grado sono le emorroidi che escono all’esterno del canale anale durante la defecazione, ma che rientrano successivamente, di terzo grado sono quelle che rimangono costantemente all’esterno del canale anale e che richiedono spesso un intervento chirurgico per la risoluzione definitiva.
Altra conseguenza della stipsi sono i diverticoli. Si tratta di estroflessioni della mucosa del colon che si formano soprattutto nel sigma che è la parte più distale del colon, situata appena prima del retto. I diverticoli possono infiammarsi ed infettarsi, dando origine ad una diverticolite, che a sua volta può provocare, conseguentemente ad una perforazione del diverticolo, una grave patologia come la peritonite. Quando sono presenti i diverticoli è importante seguire una alimentazione ricca di liquidi e di fibre, facendo però attenzione ai frutti e le verdure che contengono i semi (Pomodori, peperoni, uva, fichi) i quali si possono infilare nei diverticoli provocandone l’infiammazione e quindi la diverticolite. Nei casi più importanti di diverticolosi, può essere necessario seguire una terapia preventiva per una settimana ogni 1 o 2 mesi con un antibiotico specifico: la rifaximina.
Ma cerchiamo ora di capire come combattere la stipsi. Innanzitutto vediamo i rimedi non farmacologici: il primo accorgimento consiste nel bere molta acqua soprattutto nei mesi estivi, altro accorgimento molto importante consiste nel seguire una alimentazione ricca di fibre: frutta, verdura e cibi integrali, inoltre importante il movimento e l’esercizio fisico che rappresentano una vera e propria ginnastica intestinale. Ma in alcuni casi può essere necessario ricorrere a rimedi farmacologici. In commercio esistono una miriade di prodotti lassativi sotto forma di sciroppi, bustine, compresse, gocce, tisane, marmellate e altro ancora. Tra i lassativi sono da preferire quelli osmotici, si tratta di composti solitamente zuccherini (lattulosio e lattitolo) che non vengono assorbiti e che richiamano acqua nel lume intestinale, rendendo le feci meno dense. Utili anche i lassativi a base di fibre e quelli a base di macrogol che può essere definita come una fibra di sintesi, attenzione però perché i lassativi di questo tipo vanno assunti con abbondante acqua, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario. Sono invece da evitare i cosiddetti lassativi di contatto sia di sintesi che naturali (radice di cassia, foglie di senna) che hanno una notevole efficacia e velocità di comparsa della evacuazione, ma hanno un effetto irritante sulla mucosa del colon, inoltre con il passar del tempo riducono la loro efficacia tanto da rendere necessari continui aumenti del dosaggio. A questo riguardo sottolineo il fatto che anche i lassativi di contatto naturali possono essere altrettanto dannosi. Non corrisponde al vero che i prodotti naturali siano sempre innocui. Cosa c’è di più naturale della amanita phalloides? E’ un fungo, ma basta mangiarne pochi grammi per rischiare la vita. Tra i veleni più potenti ci sono dei prodotti naturali come il curaro e la cicuta. Quindi ribadisco: se vogliamo davvero agire sulla stipsi in modo naturale: movimento, fibre e tanta acqua!