La fame può essere definita come la percezione fisica del bisogno di cibo, necessario per apportare all’organismo l’energia necessaria allo svolgimento delle funzioni vitali.
C’è una differenza fondamentale tra fame e appetito. La fame vera, è la necessità di mangiare per produrre energia, è un bisogno fisiologico. L’appetito è il bisogno psicologico di cibo, è un forte desiderio di cibo che può essere il risultato di diversi fattori esterni, che agiscono sulla mente e sui sensi (segnali visivi e olfattivi). La sensazione di fame può essere alterata e ciò può condurre il soggetto ad assumere cibo in modo eccessivo (è, per esempio, il caso della bulimia) oppure ad assumerne in quantità inferiori alle esigenze dell’organismo o, addirittura, a privarsene come accade, per esempio, alle persone affette da anoressia. La sensazione di fame, comunque, anche in un soggetto sano, può essere variamente influenzata da diversi fattori, come il livello di attività fisica, gli stati emotivi, l’assunzione di determinate sostanze, le modificazioni della temperatura ambientale (il freddo, per esempio, stimola la necessità di assumere cibo, mentre il caldo tende a inibirla).
Il meccanismo che regola la fame è localizzato nell’ipotalamo; nella zona laterale si trova il cosiddetto centro della fame, mentre nell’area mediale ha sede il centro della sazietà; questi due centri interagiscono finemente tra loro regolando, di fatto, l’assunzione di calorie.
Le sostanze che inviano segnali al centro della fame e della sazietà sono principalmente: la leptina, l’insulina e la grelina.
La leptina agisce sui vari recettori localizzati nell’ipotalamo per diminuire la sensazione di fame e di appetito (ormone anoressizzante). Aumenta anche il dispendio energetico favorendo la riduzione della massa grassa.
E’ un ormone secreto dal tessuto adiposo bianco. Il tessuto adiposo bianco, oltre a essere coinvolto nel deposito e nella mobilizzazione dell’energia sotto forma di trigliceridi viene oggi considerato una vera e propria sorgente di ormoni, tra cui la leptina, ma anche fattori di crescita ed enzimi. Si distingue dal tessuto adiposo bruno che ha la funzione opposta, ovvero brucia le calorie: è specializzato nel dissipare energia come calore durante la termogenesi indotta dal freddo o da una dieta ipercalorica, ma le sue funzioni sono ancora ampiamente in fase di studio.
I livelli ematici di leptina sono relazionati all’entità della massa grassa (risultano superiori nei soggetti affetti da obesità e inferiori negli individui magri); si innalzano in seguito all’assunzione di cibo e diminuiscono nel digiuno protratto.
La grelina viene prodotta principalmente dallo stomaco, in particolar modo quando siamo a “stomaco vuoto” ma anche, in minor quantità, dall’ipotalamo. E’ un ormone oressizante, cioè stimola il senso di fame con picchi intorno all’ora dei pasti. Elevati livelli di grelina sono correlati a un incremento ponderale, in particolar modo relativi alla massa grassa. Di norma, i livelli plasmatici di questo ormone sono massimi durante la condizione di digiuno e si riducono drasticamente dopo un pasto e in condizioni di iperalimentazione.
L’insulina è secreta dal pancreas e regola il livello di glucosio nel sangue, la sua secrezione in circolo è, in sostanza, una risposta all’assunzione di carboidrati, essa praticamente gestisce il carico glicidico dopo un pasto. L’insulina, analogamente a quanto fa la leptina nei confronti dei lipidi, fornisce un segnale di abbondanza relativo ai glicidi.
Per controllare la fame, principale nemico di tutte le diete, è utile organizzare meglio i pasti facendo una abbondante colazione ed evitando invece che la cena sia il pasto più abbondante. Importante anche rispettare l’orario ed il rituale dei pasti. Mangiare lentamente e comodamente seduti, masticando bene i cibi, riduce il senso di fame. Per controllare gli attacchi di fame è utile mangiare cibi con scarse calorie o addirittura a calorie negative, cioè quelli per cui la masticazione richiede un dispendio di calorie maggiore di quelle che sono in grado di apportare (sedano, finocchi, carote mangiati crudi)
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