Per cistite si intende una infiammazione/infezione della mucosa di rivestimento della vescica. Nel sesso femminile la vescica si trova sotto il peritoneo, davanti all’utero, mentre nel sesso maschile è collocata al di sopra della prostata e anteriormente al retto. Nell’adulto può contenere un massimo di 300- 400 cc di urina. La cistite è nettamente più frequente nel sesso femminile, per una questione anatomica. La brevità dell’uretra femminile che misura circa 3-4 cm e la vicinanza alla vagina e al retto costituiscono fattori di maggior rischio e maggiore prevalenza delle infezioni vescicali dato che i batteri provenienti dall’intestino possono raggiungere il condotto uretrale e da qui risalire in vescica.
Nel sesso femminile inoltre la cistite può essere favorita dal rapporto sessuale o da pratiche anti concezionali.
Il sintomo più tipico della cistite è la pollachiuria che consiste in una minzione molto più frequente e da un volume urinario nettamente ridotto. In altri termini, chi è affetto da cistite urina poco alla volta e molto spesso.
Altro sintomo caratteristico della cistite è la stranguria caratterizzata da una emissione di urina lenta, difficoltosa e molto dolorosa con associato un bruciore che può divenire insopportabile. Spesso è presente anche ematuria, cioè sangue evidentemente visibile nell’urina. Le urine solitamente sono maleodoranti, può essere presente anche febbre non elevata.
La maggior parte delle cistiti non complicate è causata da batteri di origine intestinale. Escherichia coli è il microrganismo più comune, ed è responsabile dell’85% delle infezioni urinarie. Meno spesso la cistite può essere provocata da altri microrganismi di provenienza intestinale o microrganismi provenienti dall’area genitale esterna.
Per la corretta diagnosi e terapia della cistite è necessaria una urinocoltura. Si tratta di un esame urinario che permette di individuare il tipo di germe responsabile dell’infezione. L’urinocoltura, in caso di positività viene seguita da un antibiogramma che permette di individuare l’antibiotico migliore per debellare il tipo specifico di batterio isolato.
Per una urinocoltura che sia la più attendibile possibile è necessaria una corretta raccolta del campione urinario. Innanzitutto la raccolta deve essere preceduta da una accurata igiene dell’area genitale, successivamente si deve scartare il primo getto urinario e raccogliere solo in seguito il secondo getto urinario (infatti l’urinocoltura viene più correttamente definita “urinocoltura da mitto intermedio”).
L’urina deve naturalmente essere raccolta in una provetta sterile e consegnata il prima possibile ad un laboratorio analisi.
L’unico limite dell’urinocoltura con antibiogramma è che il risultato richiede qualche giorno, questo spesso costringe il medico a prescrivere una terapia antibiotica empirica, soprattutto quando i sintomi sono particolarmente fastidiosi per il/la paziente. In questo caso gli antibiotici più utilizzati sono la fosfomicina (monuril) buste in monosomministrazione, da assumere la sera prima di coricarsi, oppure la nitrofurantoina (neo furadantin 100 mg) 2 c al giorno per 5-7 giorni. Per prevenire la cistite e le sue recidive è molto utile bere molta acqua, non trattenere a lungo l’urina, indossare biancheria intima di cotone, in quanto quella sintetica non permette una corretta traspirazione. In commercio si trovano degli integratori a base di estratti di mirtillo rosso (cranberry) la cui assunzione a cicli è in grado di prevenire le recidive della cistite, impedendo l’attacco dei germi alla mucosa vescicale.
Gravedona: presentazione dell’offerta oncologica e radioterapica
Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario