Si tratta di una patologia da tutti molto temuta anche per le sue sequele invalidanti.
Per ictus cerebrale si intende un accidente neurologico localizzato, di durata superiore alle 24ore, causato da una lesione cerebrovascolare. La durata delle 24 ore è importante per distinguerlo dal TIA (attacco ischemico transitorio). In realtà ultimamente il limite di tempo per distinguere un TIA da un ictus è sceso a un’ora. I TIA vanno comunque valutati attentamente perchè sono fattori di rischio per un vero e proprio ictus. Nell’arco temporale di un anno infatti, un terzo dei pazienti che hanno subito un TIA, vanno incontro ad un vero e proprio ictus.
L’ictus si distingue in ischemico ed emorragico. L’ictus ischemico, che rappresenta l’80% dei tipi di ictus, può essere provocato da un trombo, cioè un coagulo che si forma all’interno di un’arteria cerebrale o da un embolo, un frammento di trombo in partenza dal cuore( a causa di una patologie delle valvole cardiache oppure per la presenza di una fibrillazione atriale di lunga durata) oppure da un restringimento di un’arteria con formazione di una placca di parete. Altre volte l’ictus è provocato da una stenosi (restringimento) di un’arteria carotide.
Le stenosi carotidee che superano il 70% vengono considerate critiche e necessitano di un intervento di disostruzione. L’ictus cerebrale emorragico che rappresenta il 20% dei tipi di ictus, è provocato da un versamento di sangue nel tessuto cerebrale. In genere è causato da un un’ipertensione arteriosa non ben compensata, più raramente dalla rottura di un aneurisma(dilatazione di un’arteria di origine congenita), oppure da problemi di coagulazione o ancora da complicanze di una terapia anticoagulante. I sintomi dell’ictus sono diversi a seconda della parte dell’encefalo che viene colpita. Uno dei primi sintomi a comparire è la disfasia che consiste nella incapacità nel coordinare le parole. Compaiono anche deficit di sensibilità e di forza a carico di un arto superiore e\o di un arto inferiore dello stesso lato. I deficit di forza possono provocare una riduzione della motilità di un arto (paresi) oppure una completa abolizione della motilità (paralisi). Un altro sintomo tipico è la deviazione della rima orale. Nell’ictus ischemico non è presente solitamente cefalea che può essere invece molto intensa ed associata a vomito nell’ictus emorragico,soprattutto se causato dalla rottura di un aneurisma.
La diagnosi di ictus è una diagnosi piuttosto semplice basata sui segni e sintomi di danno neurologico, la Risonanza magnetica nucleare e la TAC servono soprattutto per definire l’entità dei danni cerebrali e per differenziare l’ictus ischemico da quello emorragico. Questa differenziazione è fondamentale perchè la terapia dei due tipi di ictus è completamente diversa. Forse più che per altre patologie, anche per l’ictus, la diagnosi precoce è fondamentale perchè prima viene iniziata la terapia, minori saranno le conseguenze invalidanti. Il risultato migliore si ha quando la terapia viene iniziata entro 3 ore. Fondamentale quindi allertare il 112 per un trasporto rapido in ambulanza presso un ospedale dotato di una stroke unit:
Si tratta di un reparto in cui i malati con ictus vengono seguiti da un team multidisciplinare costituito da infermieri, tecnici della riabilitazione e medici, competenti ed esclusivamente dedicati alle malattie cerebrovascolari. Nel caso di un ictus ischemico, la terapia si basa sulla trombolisi che consiste nell’infusione di un farmaco in grado di sciogliere il trombo o l’embolo. Nel caso invece di un ictus emorragico la terapia è chirurgica e consiste nel riparare la rottura dell’aneurisma o dell’arteria origine dell’emorragia.