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Il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico rimane presente, nelle zone più colpite della Romagna, con decine e decine di interventi, per evacuare il maggior numero di persone possibile dalle aree a più alto rischio. Il Servizio regionale lombardo al momento ha sul posto 16 soccorritori, con due squadre di soccorso in forra e due squadre territoriali alpine; tra loro c’è anche un medico del Cnsas.
I tecnici del Cnsas Lombardo sono intervenuti a Faenza, Sant’Agata sul Santerno, Solarolo; accanto ai tecnici del Cnsas Emilia-Romagna hanno evacuato numerose persone bloccate nelle proprie case, molte delle quali con il verricello dell’elicottero di Vigili del fuoco; le persone sono state individuate nelle abitazioni dal personale del Cnsas, che poi le ha affidate ai colleghi soccorritori per l’evacuazione via aerea. Numerosi anche gli interventi a Cesena, dove il Cnsas è stato rafforzato grazie all’arrivo di squadre provenienti da Marche, Umbria, Abruzzo, Liguria, Calabria, Piemonte, Trentino, specializzate in interventi in ambienti allagati, con evacuazioni e recuperi via terra, avvenuti con il supporto degli elicotteri militari per il trasporto immediato delle persone.
La situazione è critica e la quantità d’acqua presente nelle città e nei paesi rende le operazioni più difficili. Nella zona appenninica permane una situazione molto complessa: ieri a Vado di Monzuno sono state evacuate un’ottantina di persone, isolate per l’assenza di copertura telefonica e per le strade interrotte dalle frane. Le operazioni sono avvenute sia via terra, grazie al lavoro degli escavatori, che hanno rimosso parte del materiale franoso e hanno permesso ai mezzi fuoristrada del Soccorso alpino e speleologico di passare e raggiungere gli abitati, sia per via aerea, con l’impiego di elicotteri dell’Aeronautica Militare, attivati dal Sindaco di Monzuno. Stamattina, a Sasso Marconi, il Cnsas ha effettuato numerosi controlli in località isolate, dove si trovavano decine di famiglie che non rispondevano alle chiamate del Centro di coordinamento del Comune. Per fortuna, una volta giunti sul posto, i nostri tecnici non hanno riscontrato problematiche sanitarie. A Panico di Marzabotto e in diverse altre località, gli operatori sono impegnati per portare viveri e acqua potabile alle famiglie isolate.