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“Le segnalazioni di finto trading online giunte anche a ADICONSUM Bergamo sono in aumento: i truffatori sono molto creativi e sempre al passo con l’evolversi della tecnologia. Infatti, chi incappa in queste vicende finisce per rimanere intrappolato in un percorso di truffe a più fasi: dalla promessa di investimenti con rendimenti alti, a finti esperti che aiuterebbero a ritrovare le somme investite e perse. Con un unico risultato: perdere i risparmi (per qualcuno anche 100.000 €) e continuare a perdere anche gli importi versati nel tentativo di recuperarli finendo per cadere in altri raggiri”.
Così Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo, rivela l’ultima frontiera delle truffe ai danni di consumatori spesso inesperti.
Si riceve una telefonata con cui una voce cordiale propone investimenti dai rendimenti alti, un’occasione unica, da non perdere, con un investimento iniziale di soli 250€. Chi si lascia convincere, si iscrive però, senza saperlo, ad una piattaforma di trading online fittizia. Con la scusa di guidare ed agevolare l’operazione, al malcapitato chiedono di scaricare un software, ottenendo il libero accesso da remoto al suo computer. Così il consumatore finisce per trasferire somme di denaro, anche ingenti, su wallet di criptovalute fasulli, un portafoglio elettronico dedicato esclusivamente alla gestione delle criptovalute, con operazioni eseguite direttamente dal finto broker.
“Il consumatore inizialmente è molto seguito e riceve molte telefonate e messaggi whatsapp con cui gli fanno credere che il suo investimento continua ad aumentare. Appena però si chiede il riaccredito delle somme investite, la musica cambia: il truffatore inizia ad accampare varie scuse per non restituire le somme, richiede ad esempio il pagamento di tasse, e poi sparisce – racconta Busi, seguendo le vicende di chi si è rivolto allo sportello di via Carnovali. Il risultato finale è sempre lo stesso: i risparmi sono andati in fumo”.
Ma non è finita qui. Arrivano segnalazioni di consumatori che diventano bersaglio di un’altra fase della frode. A distanza di alcuni mesi, vengono ricontattati da presunti professionisti, specializzati nel recuperare somme perse con il trading online. Gli esperti fasulli dicono che i soldi “sarebbero stati ritrovati nella Blockchain” o che sarebbe stato “ritrovato un conto in una banca estera”. Per recuperarli viene chiesto un pagamento anticipato di spese, commissioni e tasse. “Chi si lascia convincere perderà anche questi importi”.
C’è anche una terza fase in cui i consumatori vengono contattati da una fantomatica Autorità di Vigilanza, che riferisce di aver sequestrato ai broker truffaldini i proventi della frode. Anche in quest’occasione vengono richieste tasse e commissioni per riottenere una parte di quanto perso, ma è un nuovo tranello per spillare altro denaro.
“Se venite contattati da presunti promotori finanziari, imparate a diffidare quando si presentano le situazioni descritte. Chi si fida rischia di perdere per sempre i propri risparmi – conclude la presidente di ADICONSUM -, come purtroppo è successo a tanti consumatori che si sono rivolti ai nostri sportelli”.

Ecco le tecniche usate alle quali non dobbiamo mai dare credito:
– spesso i truffatori fanno credere al malcapitato di essere il fortunato destinatario di un’opportunità di investimento unica ed irripetibile: in realtà si tratta solo di una tattica per agganciare la vittima;
– generalmente telefonano del tutto inaspettatamente, ma il contatto può avvenire anche attraverso e-mail o social media, siti d’incontri online o tramite passaparola o persino di persona a dei seminari. È bene essere sempre diffidenti;
– propongono rendimenti allettanti, peccato che si tratti sempre di rendimenti irrealistici o collegati a prodotti finanziari speculativi caratterizzati da un sistema di leve;
– telefonano e inviano frequenti messaggi ai risparmiatori al fine di creare nelle persone un falso senso di confidenza amicale e sicurezza;
– alle vittime più scettiche vengono inviate recensioni false, finte dichiarazioni di personaggi famosi o documenti apparentemente ufficiali che proverebbero la serietà (in realtà inesistente) dei promotori finanziari coinvolti. Tali affermazioni vanno sempre verificate in modo autonomo sul sito della CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa);
– i truffatori quando chiedono versamenti in criptovalute, fanno scaricare al risparmiatore un software per poter accedere ai dispositivi ed aiutare con le transazioni. Lo scopo in realtà è quello di accedere al conto bancario e alle carte di credito delle vittime.